Se tanti programmi dagli anni ’90 ad oggi sono andati bene è anche per merito suo. Stiamo parlando di Barbara Cappi, che è partita a bordo del furgoncino del dottor Stranamore ( Alberto Castagna ndr ) per giungere oggi ormai fortemente radicata e affermata come autrice nei programmi di Maria De Filippi. Nella fattispecie dall’esperienza all’interno del people show C’è posta per te, dopo il primo graditissimo romanzo “La lettera che non ti ho mai scritto”, la Cappi ha pubblicato il suo secondo romanzo “Le lettere di Anna”, con protagonista la sarta dello stesso programma, nata appunto dalla fantasia dell’autrice e sceneggiatrice tv.

Anna, il personaggio dei tuoi libri, è per sommi capi una persona semplice ed umile ma alcuni tratti della sua vita sono alquanto complessi. Da quale spunto della realtà nasce questa donna?

Anna nasce dalle tante storie ascoltate da signore e signorine che ho conosciuto nei tanti viaggi in treno, nei tanti camerini degli studi televisivi, nei tanti romanzi letti e film visti al cinema. Anna è una, ma è milioni, ognuno di noi si può riconoscere in qualche tratto della mia sarta immaginaria. Anna però è anche “parente” della vera sarta della signora De Filippi: si chiama Rita, è dolcissima, non porta mai un filo di trucco o un mezzo tacco. Casta, buona, riservatissima, professionale.

Come ha accolto il lettore il ritorno di Anna?

Bene, direi. L’accoglienza che le hanno riservato mostra tutto l’affetto che il lettore nutre per il personaggio principale del primo romanzo che si chiamava LA LETTERA CHE NON TI HO MAI SCRITTO, edito Mondadori. Sono stati tantissimi i lettori che mi hanno raggiunta via mail o Facebook, Instagram, Twitter per avere un seguito del libro, per sapere come sarebbe andata avanti la storia, per continuare a stare in sua compagnia. E quando Rizzoli mi ha chiesto se avessi un’idea per il secondo atto, io in realtà ho sfoderato materiale ( che dici se sostituiamo ? “trattamento” con ”materiale” ) che era già mezzo libro. Anna è quel tipo di personaggio immaginario che vorrei invecchiasse insieme a me, ogni anno una storia, la sua storia, che procede, come procede la vita di tutti noi nel tempo.

La storia della tua “Annina” è diventata molto social considerato l’amore che hanno dimostrato i tuoi lettori. Come spieghi il fenomeno virale di un libro?

Ricevo ogni giorno foto di sconosciuti con in mano il mio libro, le donne poi se lo poggiano proprio davanti al viso e giocano col sorriso della copertina. E’ un atto di grande generosità, io gongolo ogni volta che vedo che un lettore – oltre a spendere denaro e tempo per leggere il mio libro – si preoccupa di mandarmi i suoi complimenti e taggarmi una foto di quelle che appunto sono diventate vagamente virali… Non lo spiego, mi sorprende. Tanto. E gratifica. Da matti.

Quanto c’è di Barbara Cappi nella protagonista dei tuoi due libri?

Direi nulla. Per questo amo Anna e dico che vorrei invecchiare con lei. Perché non mi annoia ma mi sorprende. Ha più coraggio di me, è più altruista di me, non giudica mai e ama stare nell’ombra. Io sono il suo opposto, non meriterei di diventare l’eroina di un romanzo, al massimo mi merito di scriverlo.

Che differenza c’è tra il primo e il secondo romanzo?

Il primo romanzo (LA LETTERA CHE NON TI HO MAI SCRITTO ed. Mondadori) era un difficile collages tra la finzione dei miei personaggi e la verità delle lettere che erano state protagoniste di storie importanti nel corso dei tanti anni di C’è Posta. Difficile perché dovevo tessere le storie andate in onda, e che più avevano colpito noi che lavoriamo al programma dietro le quinte, con il corso degli eventi assolutamente immaginari della protagonista e dei suoi colleghi di televisione. Invece, nel secondo romanzo (LE LETTERE DI ANNA ed. Rizzoli) ho potuto raccontare un certo mondo in un determinato istante senza ancorarmi a nessuna realtà, spingendomi nell’invenzione pura. E mi sono divertita moltissimo. Anche se qualche kleenex l’ho usato anche io, mentre scrivevo…

Anna e Rita ( la vera sarta della De Filippi ) cosa hanno in comune?

La discrezione assoluta, la serietà costante, la devota professionalità. E la mancanza di trucco, tacchi, orecchini e taglio di capelli sbarazzino. Sono donne che lasciano a casa la femminilità seduttiva quando vanno al lavoro. Sono donne speciali. Perché fanno un mestiere speciale. La sarta cura in maniera maniacale ogni dettaglio, anche quello più piccolo che la telecamera non potrebbe cogliere. Lavorano sull’asola di un bottone come se operassero a cuore aperto. Sono sempre concentrate, serie, silenziose. Con le dita che vanno e lo sguardo che tende sempre al basso. Non vedono, non sentono, non parlano. Eppure, tutto custodiscono. E per questo sono sagge.

Che ricordo hai della prima volta che hai incontrato Anna nei tuoi pensieri?

Anna somiglia in qualche modo a un’altra eroina di carta, ben più famosa, che si chiama Renée e che è la portinaia del romanzo bellissimo L’ELEGANZA DEL RICCIO. E’ nata così, parlando con Sabina Gregoretti e Maria De Filippi…. ci siamo ispirate proprio a quel personaggio femminile nei primi discorsi che abbiamo condiviso non appena Mondadori mi ha dato l’incarico. Poi una volta a casa, davanti al foglio bianco, Anna si è via via liberata da quella eccellente parentela con la portinaia francese ed è diventata la mia sartina calabrese.

Tantissimi programmi della televisione italiana portano la tua firma come autrice. Ma qual’è il programma al quale ti senti più legata?

Ho debuttato in televisione con la prima puntata dello storico STRANAMORE. Amavo quel programma, tanto mi ha insegnato in termini di umanità, Alberto Castagna poi era un uomo dal cuore davvero d’oro e senza dubbio questo è un titolo che ho tatuato nel cuore. Ma anche i due SANREMO che ho fatto con Paolo Bonolis e quello scorso al fianco di Maria De Filippi e Carlo Conti mi fanno scodinzolare. Nel mezzo però ci sono talmente tanti titoli (trent’anni di televisione ininterrotta) che non saprei, mi viene in mente IL TRENO DEI DESIDERI e ITALIA’s GOT TALENT… maanche gli insuccessi li tengo nella tasca dei ricordi belli perché comunque ho avuto modo di incontrare grandi professionisti ogni volta e ogni volta ho imparato qualcosa. Questo è un lavoro che ha tempi rapidissimi, frenetici, assurdi ma che concede doni umani e professionali continui e, spesso, fantastici. Anche le sitcom che ho scritto per tanti anni con il mio socio Giorgio Vignali fanno parte di me, mi riferisco a quelle con GINO BRAMIERI, FRANCA VALERI. ENZO IACCHETTI, LORETTA GOGGI, JOHNNY DORELLI, GERRY SCOTTI, DELIA SCALA e tutto il gruppo di BELLI DENTRO. Bei tempi, quelli delle sit! Quanto divertimento! Mi coricavo la sera stanca ma soddisfatta, pensando sempre alla mia fortuna: mi pagavano per ridere! Grandissimo privilegio!

Domanda banale ma fondamentale: lavorare con la De Filippi che valore aggiunto ha rispetto a tutti gli altri professionisti con i quali ti sei rapportata in tutti questi anni di lavoro?

Ci sono i conduttori e poi c’è Maria De Filippi. Che è autore, ancora prima ideatore, poi produttore e infine presentatrice dei suoi programmi. Una donna a tre teste, come dico sempre io. Tre cervelli normali ci vogliono per fare il suo, che è clamorosamente rapido, furiosamente concentrato, splendidamente innovativo e che ha un solo difetto. Quello di non stancarsi mai. Così, per stare al suo passo, si deve galoppare come matti. A sera, io e tutti i collaboratori arriviamo con le occhiaie quando lei, se la guardi, dopo 14 ore di lavoro ininterrotto, è fresca come una rosa. Lavorare con lei è come avere una bomba con la miccia accesa in mano, con sotto ai piedi un pavimento di bicchieri di cristallo. Ma è gratificante come tutte le cose intelligenti, ti consuma ma non ti appassisce, ti abusa ma ti fa godere. Non è lavoro, è vita.

Flavio Iacones

Molti personaggi del mondo dello spettacolo, ma anche tantissima gente comune ha letto “Le lettere di Anna”, il libro che in qualche modo è diventato anche un fenomeno social.

SCHEDA DEL ROMANZO

Per Anna Procopio gli studi di C’è posta per te sulla Tiburtina vogliono dire famiglia: la signora Maria non inizia mai una puntata senza che la storica sarta del programma le controlli il vestito;
e poi ci sono Lisa, la sua giovane aiutante che ha un nuovo burrascoso amore, la parrucchiera Ros con i suoi look da panterona e Francesco, il truccatore, che sta per sposarsi con il compagno.
Ma al centro della vita di Anna ora è finalmente tornata Gioia,
la figlia abbandonata trent’anni prima e ritrovata grazie all’incantesimo di C’è posta. Il cuore di Anna ha ripreso a battere
al ritmo di una felicità troppo a lungo negata, che ha il sapore dolceamaro delle mandorle e la magia dell’attesa. Eh sì, perché Anna sta per diventare nonna! Se non fosse che, quando nasce
la nipotina, il mondo attorno a lei inizia a franare e sembra che gli errori del passato non vogliano concederle la serenità che si merita. Ma Anna Procopio è una guerriera, ed è proprio nelle difficoltà
che sa mostrare la sua generosità e la sua forza, perché per affrontare i problemi con il sorriso ha un talento speciale: sa scrivere lettere meravigliose che sciolgono il dolore e curano le ferite dell’anima. Nelle pagine tenere ed emozionanti del libro Barbara Cappi ci racconta
la rinascita di Anna Procopio, che con la sua grinta contagiosa ha già fatto commuovere e ridere migliaia di lettrici.

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