Alan Cappelli il bel ventisettenne attore ha dimostrato sin da giovanissimo di avere qualche marcia in più rispetto ai suoi coetanei, ma anche rispetto a tutti gli esordienti che tentano di affermarsi nello show-biz. Ma Alan oltre ad essere predisposto naturalmente ha anche studiato tanto: nel 2011 si diploma presso il Centro Sperimentale di Cinematografia, Scuola Nazionale di Cinema. Dopo aver girato cortometraggi nel ruolo di attore e regista, si fa conoscere ufficialmente al grande pubblico nel 2009 quando gira gli spot pubblicitari per la TIM. Prende parte al cast internazionale che gira a Montepulciano il sequel del film The Twilight Saga: New Moon come controfigura di Robert Pattinson. Prende parte anche a serie tv importanti come Baciati dall’amore, Notte prima degli esami ’82, Tutti pazzi per amore e Come un delfino.

Alan sei giovanissimo però vanti un curriculum ricco di esperienze che variano dal teatro al cinema. Dove ti senti più performante?
il cinema mi ha sempre affascinato di più vista la molteplicità delle arti che tocca. E’ il Wort-ton-drama moderno, è l’evoluzione della tragedia, della musica classica, della fotografia, della tecnica, della recitazione…. tutto assieme. Resta una delle forme più potenti di comunicazione quando sfruttato nei contenuti e non solo nella forma.
Il teatro, per quanto ad un “semplice” attore possa sembrare un luogo dove il suo ego e le sue capacità sono messi in risalto in maniera molto più forte rispetto al Cinema, rimane una forma d’arte meno efficace per quanto riguarda la comunicazione di una storia. E per me la storia è tutto.

Di recente sei impegnato nella realizzazione di un cortometraggio. Di cosa parla?
No, di recente sto producendo, in collaborazione con la produzione principale, Wider Films di Giovanni Cassinelli, il documentario ufficiale sulla storia di Venezia e dell’Harry’s Bar di Arrigo Cipriani. Il documentario, grazie alla collaborazione con Tao 2 di Camilla Nesbitt e Pietro Valsecchi, andrà in onda questo autunno sulla piattaforma Mediaset.

Pensi che la regia possa essere anche il tuo futuro lavorativo?
Lo è già. Nel mentre delle altre cose mi diverto a dirigere un altro documentario sul Tevere, questo veramente indipendente ma con un grande potenziale, assieme al mio “fratello” Christian Nosel.

Nelle tue fotografie sul profilo Instagram sei una persona alla quale piace molto viaggiare. Da che cosa dipende questo desiderio di non rimanere mai legato ad un posto?
Non è questione di non rimanere legati, anzi è il contario. Cerco sempre nuovi posti a cui legarmi. E’ questione di ampliare la mia conoscenza del mondo e dei suoi abitanti il più possibile, e di non sprecare nemmeno un giorno della mia vita. Rimango legato ad ogni posto che attraverso, e lo porto nel cuore. Solo così un viaggio ha senso, se quando torni lo ricordi e ne ricordi l’insegnamento, altrimenti è solo evasione. Non mi piacciono le vacanze, ma amo le avventure, non mi sento mai un turista ma un viaggiatore.

Chi è il tuo compagno di viaggio ideale?
Le persone che amo e che hanno come me, sempre bisongo di imparare, e sono quindi umili e flessibili. Amici principalmente. Talvolta amori.

In un’attività lavorativa così intensa riesci a trovare anche del tempo per coltivare l’affetto di una persona?
Certo.

In amore vince chi…
Citazione pop, ma te la dico lo stesso – “Né vincitori né vinti si esce sconfitti a metà.”

Nella vita invece ?
La vittoria e già il fatto di essere Vivi! Basta usare la vita con responsabilità e non pensando solo a se stessi.
Quindi mi auguro che sempre più gente comprenda che il biologico non è una moda ma un’etica di vita, così come essere vegetariani (se non vegani). Che si faccia sempre più raccolta differenziata, che si firmino sempre più petizioni in difesa degli animali, dei diritti umani e civili, che si voti per la ricerca sulle staminali, per l’autonoma scelta dell’eutanasia… Pensare agli altri significa anche rispettare la loro libertà.

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