Marco rossetti fiction italiana squadra mobile

Marco rossetti fiction italiana squadra mobile
Marco Rossetti presto tornerà a teatro.
Attualmente lo possiamo apprezzare per il suo talento su canale 5 nella fiction Squadra mobile, e nello stesso tempo possiamo ammirarlo anche nella sua “bellezza sporca”. Si, perchè Marco Rossetti, non è propriamente il solito belloccio che siamo soliti vedere nelle fiction italiane, dove, peraltro, il talento e la formazione accademica passano in secondo piano. Per Marco non è affatto così, anzi al contrario, è un attore che non ha puntato tutto sul suo aspetto fisico, e lo dimostra quando in scena riesce a comunicare anche qualcosa di sè, proprio come in questa inytervista.

 

Marco sei uno dei protagonisti di Squadra mobile, la fiction in onda su Canale 5.

Il mio è stato un percorso professionale un pò lento ma adesso posso ritenermi anche fortunato, perchè da che facevo il protagonista di puntata in altre fiction, adesso ho un ruolo tutto mio all’interno di Squadra mobile.

Il tuo profilo di attore sembra essere destinato a formarsi in fiction di natura investigativa. E’ il tuo aspetto che condiziona gli addetti ai lavori?

No, credo dipenda essenzialmente dal fatto che in questo periodo storico, in televisione i telespettatori preferiscono guardare questo genere di fiction. Ma Squadra mobile in realtà, pur essendo lo spin-off di Distretto di Polizia, si concentra più che altro sul lato umano dei protagonisti, e non sulla trama poliziesca.

Nella fiction sei innamorato di Isabella, interpretata da Valeria Bilello, che a sua volta deve sposare il suo ragazzo.Come andrà a finire questo amore tra di voi?

Ci saranno molti colpi di scena. La gente attende un finale che non sarà proprio così scontato il percorso tra me e Isabella.

Nella vita privata e sentimentale sei anche un provocatore quando ti piace una donna?

No, io sono molto buono. ( ride ) A parte gli scherzi sono molto onesto, se una ragazza è fidanzata la lascio in pace.

Ma attualmente sei legato a qualcuno?

Diciamo che sto attraversando un periodo in cui mi sento molto contento.

Il 14 maggio è uscito al cinema Nomi e Cognomi, un film in cui sei protagonista

La regia è di Sebastiano Rizzo, e il film narra di un giornalista che si ribella al sistema e apre una testata giornalistica tutta sua, e pagherà a duro prezzo la scelta di fare appunto nomi e cognomi nei suoi articoli. Io nel film ricopro il ruolo di uno dei giornalisti che fanno parte della redazione. Qualche mese fa ho registarto anche un altro film per il cinema che si chiama, La ragazza dei mie sogni, in cui ricopro tutt’altro ruolo. Sono il belloccio di turno, anche un pò stupidotto, ma a dire il vero è stata un’esperienza diversa e divertente.

Che periodo sta attraversando il cinema italiano per un attore che muove i suoi primi passi nell’ambiente?

Il periodo di per sè è complicato chiaramente, soprattutto per le piccole produzioni, perchè le grandi ci saranno sempre, nonostante affrontino anch’essi la crisi. In Italia credo ci sia poco coraggio di osare. Ci si concentra in progetti in cui i produttori sanno che ci sarà un risultato certo, un rientro economico. E’ brutto dirla così, e magari non è detto che sia sempre in questo modo, ma è comunque un periodo complicato.

Nella tua carriera artistica hai iniziato dal teatro nel 2003, che è comune denominatore per chi inizia a fare questo mestiere. Ma questa disciplina è necessariamente un punto di inizio oppure chi inizia a fare direttamente fiction e cinema ha le spalle coperte?

Si dovrebbe avere una formazione accademica che mai nessun palcoscenico come quello teatrale può offrirti e formarti come attore. Sta di fatto che i dati parlano chiaro e quindi un attore tante volte ha più successo se interpreta un ruolo in tv piuttosto che in teatro.

Finora ti hanno assegnato sempre ruoli in fiction di matrice poliziesca, o addirittura ne “Le mani dentro la città” sei stato anche figlio di un boss. Ma capiterà di vederti anche in delle prove di attore diverse da quelle che abitualmente ricopri?

Beh, quello dipende dalla fortuna, dall’occasione. Lavorando ormai prevalentemente in delle fiction prodotte dalla Taodue capita sempre meno di misurarmi con delle altre produzioni che magari parlano di altre tematiche.

Qualche tempo fa hai dichiarato che ti piacerebbe lavorare diretto da Ferzan Ozpeteck. Come mai?

I progetti belli ed interessanti li sposo a pieno. Adesso abbiamo citato Ferzan Ozpeteck, ma potrei citare tantissimi altri registi conosciutissimi con i quali vorrei lavorare, ma magari anche con altri meno conosciuti, però bravi. Io sono uno che se il progetto mi piace, anche con mille difficoltà, lo porto a termine.

Quali altri progetti hai in cantiere?

A settembre riprendo con il teatro e non vedo l’ora.

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