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SINOSSI BREVE

 

Il capitano di sommergibili Robinson, con un divorzio alle spalle e un figlio adolescente con cui non ha quasi alcun rapporto, viene licenziato dalla sua società di recupero relitti.

Robinson decide di riscattarsi con un’impresa straordinaria: recuperare l’immenso carico d’oro contenuto in un sommergibile tedesco che giace sul fondo del Mar Nero dal 1941.

Una volta raggiunto il tesoro sommerso, l’avidità dei membri dell’equipaggio prenderà il sopravvento in un gioco al massacro alla fine del quale potrà restarne soltanto uno…

 

 

SINOSSI LUNGA

 

Fuori da un sottomarino a migliaia di leghe sotto i mari si annida una fredda e oscura morte. Dentro il sottomarino si trova invece un gruppo di uomini con una missione che potrebbe cambiare le loro vite. Caccia al tesoro a grandi profondità, carica di tensione, Black Sea è un thriller pieno di suspense girato dal regista Premio Oscar Kevin Macdonald.

Robinson (il due volte nominato agli Oscar Jude Law) è un capitano di sottomarini, ed il mare lo chiama a discapito di tutto il resto: i suoi quasi 30 anni di viaggi gli sono costati l’amore della moglie Chrissy (Jodie Whittaker) e del figlio. Quando la compagnia di salvataggio per cui ha lavorato per 11 anni lo scarica all’improvviso, questo proletario ex membro della Marina si ritrova alla deriva.

Ma dopo aver sentito la storia di un sommergibile tedesco pieno d’oro della seconda guerra mondiale arenato sul fondale del Mar Nero della Georgia, il capitano sente che può di nuovo dare prova di sé. Aiutato dall’intermediario Daniels (Scoot McNairy), mette insieme una ciurma di disadattati per affrontare le profondità e dare la caccia al tesoro affondato. Un vecchio sottomarino a benzina russo verrà equipaggiato di duri inglesi e russi, con un solo americano – Daniels – a bordo, obbligato a tenere d’occhio l’investimento dei suoi capi nell’ombra.

Il vecchio sottomarino viene giudicato ancora adatto al mare. L’equipaggio di russi è guidato dallo scaltro Blackie (Konstantin Khabenskiy) ed include il taciturno Morozov (Grigory Dobrygin), il leale Baba (Sergey Veksler), il pragmatico Levchenko (Sergey Kolesnikov) ed il formidabile Zaytsev (Sergey Puskepalis). Il contingente inglese include il volubile Fraser (Ben Mendelsohn), il veterano Peters (David Threlfall), lo spiritoso Reynolds (Michael Smiley) e l’impressionabile Tobin (Bobby Schofield), che Robinson prende sotto la sua ala. Mentre il sottomarino scende sempre più a fondo eludendo i controlli della marina russa, in superficie tutti si aspettano di impadronirsi di una parte dell’oro… ma il numero di parti diminuisce mano a mano che l’avidità e la disperazione si impadroniscono dell’equipaggio del claustrofobico mezzo. Un tradimento scioccante e una scoperta sconvolgente, e la crescente incertezza della missione fanno si che gli uomini si rivoltino gli uni contro gli altri – solo per giungere ad una scomoda tregua nella speranza di poter tornare vivi in superficie.

 

 

LA PRODUZIONE

 

Sin dai suoi film premio Oscar Un giorno a settembre e L’ultimo re di Scozia, nonché La morte sospesa, il regista Kevin Macdonald ha esplorato consistentemente le risposte emotive, psicologiche e fisiche degli esseri umani che si trovano in situazioni terrificanti – alle volte causate da azioni di altri, altre dalle proprie, e qualche volta dalla natura stessa. Ammette, infatti: “Sono sempre stato attratto dall’esplorazione di ciò che la costante minaccia del pericolo causa alla psiche di una persona”.

Nel tentativo di esplorare ulteriormente questi temi, si è accorto che “volevo fare un film sul terrore di essere intrappolati sott’acqua – e pensavo che esiste una paura generalmente associata ai sottomarini a causa della loro inerente claustrofobia. Ho pensato anche a come i loro equipaggi divengano una famiglia. Possono abituarsi talmente tanto al fatto di essere insieme entro i confini del sottomarino che quando ne escono sono delle persone piuttosto disfunzionali. C’è gente che è più felice in mare, e gente che è più felice in un barattolo, perché ci stanno meglio, invece nel mondo reale si sentono persi. È stata questa l’ispirazione per i personaggi del film, così come la nostra curiosità per ciò che fanno i marinai dei sottomarini – passare mesi e mesi in un sottomarino…Così ho pensato “Facciamo un film in un sottomarino”.

Così ha discusso l’idea di ambientare un film su un sottomarino con il suo usuale collaboratore, il produttore vincitore di un BAFTA Charles Steel. “Ciò che ci è venuto in mente è stato l’incidente occorso anni fa al sottomarino russo, il Kursk, intrappolato sul fondo dell’oceano”, osserva Steel.

Il team si è anche trovato a pensare a classici come Il tesoro della Sierra Madre e Vite vendute, ed al remake di quest’ultimo, Sorcerer, tutti viscerali e crudi nell’esplorare la natura umana – che fosse sorprendentemente incline all’autoconservazione, incredibilmente compassionevole o aggressivamente avida.

Spiega Macdonald: “In quei film non c’erano sottomarini. Ma le idee centrali della storia erano quelle che volevamo raccontare: la follia che s’impadronisce dei personaggi alla ricerca di un tesoro, per esempio”.

 

Riflette Steel: “In Vite vendute c’è anche il tema degli uomini disperati che intraprendono una missione suicida. Inoltre, anche nella nostra storia c’è una <sporca dozzina>, per cui c’è anche un’altra influenza cinematografica, quella appunto di Quella sporca dozzina.

Sentivamo di dover realizzare una storia emozionante che desse la sensazione di essere vera, sporca di sudore, pregna dell’odore della benzina dei motori. C’è sempre una dimensione realista nei film di Kevin, che siano ispirati a fatti veri o di finzione”.

Macdonald e Steel si sono incontrati con lo sceneggiatore e scrittore teatrale vincitore di numerosi premi, Dennis Kelly. La coppia sentiva che la sua esperienza come sceneggiatore e autore di scene drammatiche fra personaggi duri avrebbe potenziato un film ambientato entro i confini di un sottomarino. Kelly ha recepito le loro intenzioni ed ha iniziato a scrivere.

La sceneggiatura di Black Sea è stato il primo lavoro ad un lungometraggio di Kelly, per cui ha iniziato una lunga ricerca sui sottomarini. Spiega lo sceneggiatore: “Ho letto tantissimi libri e mi sono anche iscritto a dei forum online sui sottomarini. Ma poi ho intrapreso il percorso opposto, perché non volevo che questo aspetto dominasse la storia, che doveva riguardare dei personaggi. Sì, bisogna rendere la realtà del sottomarino, ma in fondo la storia riguarda degli uomini disperati che cercano di racimolare qualcosa per se stessi”.

Steel dice con ammirazione: “È una dimostrazione della bravura di Dennis e della bellezza della sua scrittura, il fatto che la prima stesura fosse già perfetta; i personaggi e la storia sono semplicemente esplosi. Black Sea è una storia veramente fantastica che ti fa rivoltare e agitare mano a mano che va avanti. La nostra risposta è stata <Wow!>. Davanti a noi stava un quadro ancora più vasto di quello che avevamo immaginato, per cui abbiamo ricalibrato il processo di sviluppo del film”.

Sono seguite altre otto stesure della sceneggiatura, ricorda Kelly: “Kevin ha davvero un buon occhio per la storia, cosa che ha un’enorme importanza in una sceneggiatura come questa; bisogna continuare a raccontare la storia.” È stato un processo lungo e coinvolgente preparare la sceneggiatura. Mentre Kelly la scriveva, ha iniziato ad assumere la forma di un film di rapina ambientato su un sottomarino; e come in molti film di rapine, gli attuatori del piano sono disperati e disparati.

Secondo Steel: “È una storia dei nostri tempi. Questi sono uomini abili, eppure nell’economia attuale sono stati lasciati ai margini e giudicati come ormai inutili. Quando vengono avvicinati con la prospettiva di recuperare dell’oro dal fondo del mare, e venire ricompensati per questo, è un incentivo sufficiente per mettere a rischio ciò che è rimasto delle loro vite – e delle loro anime”.

Aggiunge Macdonald: “In questi tempi ci sono talmente tante persone che sono state abbandonate e vorrebbero combattere contro coloro a cui danno la colpa: le grandi corporation, il sistema, la politica. La tentazione di fare un colpo grosso è eterna ma qui c’è anche questa sensazione per cui si tratterebbe pure di un modo per ottenere vendetta”.

A questo scopo, c’è stata una considerevole discussione sugli sviluppi della storia. Ricorda Kelly: “Trovare un finale che non fosse mieloso né crudele, è stato molto difficile. Lo abbiamo scritto e riscritto tante volte. Le ultime cinque pagine sono state molto impegnative – questi personaggi incarnano il meglio ed il peggio dell’umanità, spesso allo stesso tempo. Possono lasciare che l’avidità li renda brutali ma poi subito dopo possono essere eroici”.

Macdonald nota che: “Black Sea è una storia d’avventura alla vecchia maniera, popolata da un vasto assortimento di personaggi. Come in ogni film che ha luogo su un sottomarino, sapevamo di dover tirare in ballo certi elementi: un’esplosione che quasi affonda il sottomarino e un ammutinamento, ad esempio. L’ambientazione su un sottomarino crea molta tensione per sua stessa natura, c’è il pericolo costante dell’acqua che in qualche modo può entrare, anche se si prendono precauzioni”.

Ad aumentare il dramma e il pericolo in Black Sea c’è il costante problema della comunicazione difficoltosa, alle volte accidentalmente ed alle volte di proposito, tra i membri dell’equipaggio, dato che non tutti parlano la stessa lingua.

Determinato ad unire gli uomini in un’entità coesa c’è Robinson, valoroso comandante del sottomarino che non ha più niente da perdere – avendo già allontanato sua moglie ed i suoi figli – e che ancora immagina una parte del bottino naufragato come la sua ultima chance di felicità. Macdonald credeva che: “La parte richiedesse un attore inglese che potesse incarnare credibilmente un uomo vero che ha avuto molto, ma a cui la vita ha chiesto il conto all’ingresso nella mezza età. Jude ha compreso tutti questi aspetti del personaggio”.

Jude Law è stato catturato dal progetto fin dalla prima lettura della sceneggiatura. Afferma: “Aveva tutti gli elementi del classico film sottomarino: avventura intensa e personaggi che si scoprono a vicenda confrontandosi con un dilemma. E poi c’è la domanda, chi sopravvivrà? I personaggi di Dennis sono definiti molto bene, e c’è questo tema fantastico, che attraversa tutto il film, di uomini che lavorano sodo ma che sono stati traditi dal mondo e che intendono ribellarsi”.

L’attore due volte nominato agli Oscar ha iniziato la sua trasformazione fisica nel lavoratore Robinson rasandosi la testa, ingrossando e cambiando il suo fisico e perfezionando l’accento.

Macdonald, nativo di Glasgow, sostiene che: “L’accento di Robinson è uno scozzese molto specifico, di Aberdeen – una città fatta di granito – in cui c’è una lunga tradizione marinara”.

Law ha lavorato a stretto contatto con la costumista Natalie Ward e la truccatrice Marese Langan per far progredire la sua trasformazione nel personaggio. Ward racconta che: “Le persone che sono state nell’esercito spesso non riescono a scrollarselo di dosso, specialmente coloro che hanno lavorato nei sottomarini. Jude voleva che i suoi vestiti fossero pratici e senza orpelli, ma non voleva sembrare sciatto, per cui Robinson si mette la camicia nei pantaloni e si arrotola le maniche – come se indossasse ancora l’uniforme”.

Lo stesso nome del personaggio – che fa riferimento a Robinson Crusoe e alla famiglia svizzera dei Robinson – vuole evocare un senso di avventura. C’è anche un elemento dell’ossessivo e distruttivo capitano Achab di Moby Dick in lui. Come osserva Law: “Siamo di fronte ad uomo che pensa che il mondo gli abbia inferto un brutto colpo. Lavora sodo, è orgoglioso, testardo e pieno di difetti – come tutti questi grandi personaggi. Robinson ha dei momenti di grande eroismo. È in grado di guidare le risorse del suo equipaggio e indirizzarle al suo scopo. Ma ci si accorge anche che è la sua ossessione per la riuscita della missione che lo guida, e che potrebbe sopraffare la sua preoccupazione per gli uomini a bordo”.

Macdonald ha portato Law e l’attrice Jodie Whittaker, scritturata come la moglie di Robinson, Chrissy, insieme ad una troupe molto ristretta, a girare in Cornovaglia subito prima delle riprese principali. Ricorda Whittaker: “Non avevo mai lavorato così in un film, ed è stato emozionante. Jude ed io abbiamo cercato di capire cosa i nostri personaggi rappresentassero l’uno per l’altra. Le annotazioni di Kevin erano specifiche ma mai restrittive”.

“Questa vicenda del passato di Robinson, e ciò che ha perso – non solo finanziariamente ma emotivamente – era fondamentale”, afferma Law. “Volevamo mostrare un mondo a cui qualche volta Robinson torna con la sua mente. Fortunatamente per me, girare quella parte al principio mi ha consentito di tenere a mente questa immagine dorata: un uomo, un bambino e la moglie, sulla spiaggia, in un tempo che era perfetto. È tutto ciò che ha perduto, e tutto ciò che spera di riconquistare in qualche modo. È disposto a rischiare tutto per ottenere anche solo un po’ di questo”.

Law era emozionato che Macdonald e Kelly fossero aperti alla collaborazione. Osserva: “Ci siamo incontrati molte volte per discutere su come dare colore al personaggio di Robinson. Molto del lavoro che fai come attore è preparare ciò che vuoi, o speri, di tirar fuori da un ruolo. Quando uno scrittore come Dennis ascolta ciò che hai da dire e ti inserisce nel quadro, è di grande aiuto per ciò che farai davanti alla macchina da presa. Anche Kevin ha accolto i miei suggerimenti, e questo è sempre necessario nella relazione tra un attore ed un regista, ma è incredibilmente incoraggiante quando succede, così ti senti di essere sulla strada giusta”.

Continua l’attore: “L’esperienza e il talento di Kevin nel fare documentari si riflette nei suoi film narrativi – e gli consente di avere uno stile flessibile. Mostra una grande attenzione per i particolari, ma allo stesso tempo il suo lavoro ha una qualità grezza: cattura i momenti molto velocemente, in un solo movimento fluido. Questo ci ha consentito, date le restrizioni fisiche dei nostri personaggi dovute all’ambiente, di fare grosse scene tutte in una volta sola e di non dover fermarci, riiniziare e cambiare tutto il tempo”.

Afferma Steel: “Jude è il cuore del nostro film. Ha dato tanto a questo uomo che è stato gettato a terra”.

Aggiunge Macdonald: “Jude Law è come non lo avete mai visto prima. Molte persone sul set non lo hanno riconosciuto finché non hanno visto quei meravigliosi occhi blu”.

Scoot McNairy, l’unico americano del film, ha la parte dell’ambiguo Daniels. McNairy trova Law “Incredibilmente affascinante, ma sa anche quello che fa. È un attore fantastico”.

Il vincitore del British Independent Film Award Michael Smiley, scritturato come la mano destra di Robinson, Reynolds, afferma che “Jude è un compagnone, scherziamo sempre ed è molto generoso”.

“Jude è una presenza serena sul set”, rimarca un altro vincitore del British Independent Film Award, Ben Mendelsohn, che veste i panni del pericoloso sommozzatore Fraser. “Ma bilancia questo aspetto assumendosi il ruolo del personaggio principale, sapendo quando il pubblico deve seguirlo”

Mentre con il ruolo di Robinson si ritrova al timone del sottomarino, Law era contento di trovarsi al centro di un forte gruppo. Dice: “Era uno dei punti di forza della sceneggiatura: un gruppo di personaggi di cui ognuno porta con sé un’abilità specifica in uno spazio chiuso – e ognuno porta anche una minaccia, a suo modo. Questi attori hanno dato tutto ai personaggi, sono fiero di essere stato il loro capitano!”.

Racconta Macdonald: “Per formare l’equipaggio che Robinson cerca di tenere insieme, ci siamo concentrati sul trovare caratteristi fantastici piuttosto che affollare il nostro sottomarino di nomi famosi”.

McNairy ha fatto pressioni per incontrare Macdonald. Dice l’attore: “Il fatto che Kevin fosse il regista era abbastanza per me; che ottenessi o meno la parte, volevo parlargli di La morte sospesa, che ho visto tantissime volte. Sono stato attratto dalla sceneggiatura perché prevede la presenza di 12 uomini in un posto ristretto, e si può tastare la tensione che cresce tra di loro – ed anche come questo li logori individualmente”.

Un altro dei fattori che attirava l’impegnato attore americano era la prospettiva di lavorare con il suo collega di Killing Them Softly: Mendelsohn. Ricorda McNairy, “Ben è una delle persone più piacevoli che abbia mai incontrato, è divertentissimo lavorare con lui”.

E Mendelsohn conferma: “Scoot ed io ci divertiamo molto. I nostri personaggi in Black Sea condividono le stesse preoccupazioni su come la missione andrà. Come gli altri membri dell’equipaggio, Fraser vuole avere ciò che gli spetta, una speranza di realizzare i suoi sogni. Ma ha un caratteraccio: volevo rendere plausibile il perché si senta in un certo modo, o come le cose per lui siano diverse rispetto agli altri che lo circondano. Amo molto i sottomarini, specialmente il Das Boot. Uno dei piaceri di fare film è che riesci a fare tante cose che non faresti mai con qualsiasi altro lavoro”.

Come i membri del contingente sovietico avevano lavorato insieme in precedenza, così è stato anche per gli attori russi; i personaggi come il cast si conoscevano perlomeno per reputazione.

Macdonald e Steel avevano insistito con la direttrice del casting Nina Gold affinché venissero scritturati attori russi per l’equipaggio sovietico. “Non volevo correre il rischio che qualche cattivo accento distogliesse dal dramma della difficoltosa comunicazione tra membri dell’equipaggio che non riescono – o non vogliono – capirsi l’un l’altro. In questo modo ha funzionato infinitamente meglio perché ci siamo ritrovati con alcuni dei più grandi e stimati attori di tutta la Russia”, dice Macdonald.

È stato così che le star dell’acclamato How I Ended This Summer, Grigory Dobrygin e Sergey Puskepalis, si sono di nuovo trovati insieme, coinvolti in una situazione ad alta tensione; e Konstantin Khabenskiy, conosciuto in tutto il mondo per i film Night Watch e Day Watch, è anche lui tornato a dar prova di sé sotto pressione.

Commenta Dobrygin: “Quando ho letto la sceneggiatura, ciò che mi ha colpito è che questa storia è vecchia come il mondo – come le persone cambino se e quando vedono dell’oro. È una prova di personalità per tutti questi uomini, e ti fa pensare a cosa faresti tu o a quale dei personaggi assomigli di più. Ero intrigato dal personaggio di Morozov perché è più vecchio di me, e ha tante cose compresse dentro di sé. Eppure cerca di rimanere sigillato, e di focalizzarsi sulla missione.

“Avendo fatto il mio primo film con Sergey, è diventato il mio partner preferito con cui lavorare. Ma è stato un sogno che si avvera avere a che fare con Konstantin Khabenskiy, perché ammiro il suo lavoro sia al cinema che a teatro”.

Rimarca Khabenskiy: “Dopo essermi incontrato con Kevin ero pronto a fare questo film con lui, perché sentivo che vedeva tutti i personaggi come personaggi principali.

Black Sea è tutto incentrato su delle scelte. Il mio personaggio, Blackie, è una sorta di mediatore, e la vita lo ha gettato nelle situazioni più varie – ma ha ancora bisogno di fare le sue scelte, e lo fa”.

Sergey Veksler, uno dei più famosi caratteristi russi, è stato scritturato per interpretare l’operatore di sonar Baba. Dice: “Baba è il nome datogli dai membri inglesi dell’equipaggio, ma in russo si chiama Baibai, che è un’espressione di rispetto che vuol dire uomo saggio anziano. Lui è gli occhi e le orecchie del sottomarino”.

L’attore ricorda che: “Leggendo la sceneggiatura, questa storia mi è sembrata molto familiare. Nella mia vita ho conosciuto delle persone in cerca di una seconda chance per riguadagnarsi la propria dignità. Il mio personaggio probabilmente aveva moglie e figli in precedenza, e tutto ciò che gli è rimasto è un’energia non sfruttata.

Mi è piaciuto il punto di vista della storia sul tradimento e sulle anime di personaggi. Ma ciò che accade in questa situazione specifica potrebbe succedere ovunque quando la comunicazione tra persone si scontra contro conflitti personali”.

“Gli attori russi hanno portato tanta cultura del loro paese nel loro approccio all’interpretazione di queste parti”, afferma Macdonald. “Molti di loro avevano familiarità con il mondo navale; il padre di Grigory Dobrygin è capitano di un sottomarino.

Ancora più importante è il fatto che chiacchieravano costantemente in russo sullo sfondo – cosa che noi incoraggiavamo! Dennis aveva semplicemente scritto nella sceneggiatura indicazioni tipo <Parlano di qualcosa tra loro>, ed i nostri attori hanno avuto delle ottime trovate – il che aggiunge una grande autenticità”.

Sul set c’era costantemente un’interprete per aiutare a tradurre le conversazioni tra Macdonald e i suoi attori. “Lei era lì ad aiutarci 24 ore su 24”, si meraviglia Kolesnikov. “Non ho idea di come sia ancora viva!”.

Ricorda Smiley: “Katia (Ekaterina Romanova) traduceva le battute che facevo ad uno dei due Sergey. Il modo in cui traduceva mi strappava sempre una risata. Abbiamo abbattuto le barriere linguistiche facendo battute. Questa è una delle ragioni per cui amo recitare: ti fai nuovi amici”.

“Il nostro senso dell’umorismo è molto simile”, concorda Veksler. “Spesso ci capivamo a vicenda senza bisogno dell’interprete”.

Iniziando con le due settimane di prove, l’aspetto della storia riguardante lo scontro di culture e i processi di traduzione si è manifestato in modi che ha nutrito i ritratti umani di dettagli.

Nota McNairy: “Ci siamo concentrati molto sulle nostre performance durante le settimane di prova. Dennis Kelly lavorava con noi e poi tornava a casa a riscrivere le scene. Ho imparato tantissimo dai russi, e dalle idee che gli venivano. Questo film è stato un promemoria di come, da attore, sei anche tenuto a divertirti!”

“Il volume era alto”, ride Law. “C’è stato una sorta di balletto dei rispettivi ego e di stili ed approcci differenti tutti i giorni. In genere eravamo rispettosi gli uni degli altri”.

Osserva Dobrygin: “Imparare l’inglese è stato molto tecnico per me, ma dopo aver fatto questo film, credo di poterlo parlare anche in un nuovo ruolo. Jude mi ha aiutato veramente tanto, e metteva la stessa energia nella sua performance anche quando la macchina da presa non era puntata su di lui”.

 

Smiley era stato avvicinato da Macdonald molto presto, dopo la cerimonia dei British Independent Film Awards in cui era stato premiato. Ricorda Smiley: “Kevin è venuto a complimentarsi e ha detto <ho un progetto a cui sto lavorando e mi farò vivo>. Quando ho scoperto che il progetto era un dramma sottomarino, ero incredibilmente eccitato, i sottomarini hanno avuto un ruolo importante nella mia famiglia. Il mio defunto padre è stato un marinaio di sottomarini da quando aveva 17 anni fino ai 24, quindi ne sono sempre stato affascinato. Guardavamo Das Boot insieme, e lui mi raccontava com’era stare su un sottomarino. Quindi, il personaggio Reynolds è davvero Frankie Smiley”.

Come Michael Smiley e Grigory Dobrygin, Scoot McNairy sentiva un legame paterno verso il suo personaggio. Commenta infatti: “Mio padre è un pianificatore finanziario, quindi questa era l’opportunità di interpretare un ruolo in cui il personaggio fa qualcosa di simile a ciò che mio padre fa per lavoro – e sono riuscito ad imparare un po’ di più di ciò che ha fatto per gli ultimi 40 anni. Ho parlato con lui di una spedizione a cui aveva preso parte per recuperare metalli preziosi da navi sul fondo dell’oceano. Il personaggio di Daniels mi è sembrato diverso da tutti quelli che avevo interpretato prima; è stressato dai suoi guai finanziari, ed ancora prova ad essere la voce della ragione sulla barca. Ma gli altri marinai lo odiano da subito per via di ciò che il sistema ha fatto a tutti loro”.

Bobby Schofield, al suo debutto, interpreta appropriatamente Tobin, per la prima volta su un sottomarino. “Ho fatto i provini ed eccomi qua, in un grosso film”, si meraviglia. “Così giovane, riesco a lavorare con un cast straordinario in un thriller d’avventura”.

E aggiunge: “Mi piace il rapporto tra i personaggi di Robinson e Tobin, e Jude Law – di cui vedo i film da fin quando ho memoria – è stato un collega meraviglioso, entusiasta tanto quanto me”.

“Bobby è bravissimo, e aggiunge anima al nostro film”, afferma Macdonald. “Stava là, circondato da attori navigati e, sotto ogni aspetto, era alla loro altezza”.

Durante le prove, Macdonald ha proiettato Sorcerer per gli attori. “È stato un modo di dire <Questo è ciò che siete – questo genere di uomini>. In quel film, i personaggi sono disperati, e intraprendono una missione suicida per avere la minima chance di guadagnare abbastanza soldi da cambiare le proprie vite. Questo è esattamente ciò che definisce i nostri personaggi in Black Sea”.

Racconta Steel: “Abbiamo portato un paio di marinai di sottomarini per parlare delle loro esperienze, incluso com’è essere un ufficiale ed un membro dell’equipaggio. Tutto ciò ha aiutato a cementare l’unione del gruppo, che è qualcosa a cui abbiamo lavorato sin dalla prima lettura collettiva, con tutti gli attori giunti per conoscersi”.

Langan e Ward si sono incaricati della similitudine per quanto riguarda i volti e le forme degli attori.

Ward racconta: “Ho scorso libri di foto sulla vita di strada in Russia, per farmi un’idea dell’aspetto dei marinai di sottomarini quando non stanno lavorando. Kevin poi mi ha ricordato, <Hai pensato al lato inglese?>. Per le scene precedenti all’arrivo del sottomarino, volevo che nessuno fosse in grado di guardare i costumi degli inglesi e poter dire immediatamente se qualcuno veniva dal nord o dal sud dell’Inghilterra. I costumi dovevano dare una vaga sensazione di essere fuori dal tempo, e il resto doveva essere pratico – loro hanno un lavoro da fare su questo sottomarino, e conoscono la situazione in cui si troveranno”.

Le due disegnatrici hanno visitato i Tilbury Docks in modo da, spiega Langan, “Avere un buon riferimento visivo. Molti dei personaggi hanno tatuaggi, così ci siamo occupate di come integrarli. Ogni personaggio doveva avere la sua identità, tenevo sempre le foto dei costumi di Natalie a portata di mano, e abbiamo fatto dei test sin dalla preproduzione”.

Continua Langan: “Volevamo che i dettagli ci fossero, ma in maniera sottile. I membri della troupe guardavano gli orari e si chiedevano <perché gli attori hanno il trucco così presto?> senza capire quanto lavoro richiedesse; se nessuno si accorge di tutto il lavoro che c’è dietro allora hai fatto segno. Ciò che a volte ha rappresentato una sfida è stato tenere il passo con l’evoluzione della storia, data la quantità di sporco, sudore e ferite previsti dalle scene.

Gli attori sono stati enormemente collaborativi rispetto al look che i loro personaggi avrebbero dovuto avere, per via delle storie che avevano in mente che li riguardavano”.

Ward ha sentito Ben Mendelsohn al telefono prima di portare a termine l’aspetto di Fraser. Ricorda: “Abbiamo deciso per un look da stuntman esausto con un tocco di Keith Richards; Marese ha in seguito lavorato con Ben su come i capelli di Fraser restano dritti per dargli un tocco in più di follia.

Per lavorare con gli attori russi mi sono affidata molto a loro, che conoscevano i loro personaggi meglio di quanto noi avremmo potuto. Ho passato tre giorni a Mosca con il mio assistente costumista Luan Placks e abbiamo incontrato molti degli attori – e l’interprete – per scambiarci idee. Dato che il personaggio di Konstantin Khabenskiy, Blackie, è il leader del gruppo, non volevamo che avesse l’aspetto interamente casual degli altri. Ma ognuno dei personaggi russi indossa qualcosa di strettamente personale; il grande cappello russo di Baba è qualcosa che Sergey Veksler ha fortemente voluto, e funziona molto bene su di lui”.

Aggiunge Langan: “Un altro degli attori russi aveva decisamente le proprie opinioni, così abbiamo cambiato tutto all’ultimo minuto – e la sua ricerca era infatti leggermente migliore!”.

 

Tanto quanto Kevin Macdonald era determinato a scritturare attori russi per l’equipaggio russo, lo era altrettanto a girare almeno parte di Black Sea su un vero sottomarino. “Era un aspetto chiave della narrazione”, osserva Charles Steel.

Nel 2009, il regista aveva sentito parlare di un collezionista privato in possesso di un sottomarino russo, spogliato di tutti i suoi congegni e tenuto nel fiume Medway nella città di Rochester, nel sud dell’Inghilterra. Il proprietario, Jon Sutton, è stato subito contattato da Steel.

Quando Steel e Macdonald hanno visitato il sottomarino, noto come il Black Widow, “Ci ha tolto il fiato”, ricorda Steel. “Le dimensioni, il dettaglio – era un sottomarino dello stesso tipo esatto di quello della nostra storia”.

Sutton specifica: “Il Black Widow è un sottomarino di classe Foxtrot della marina russa, costruito nel 1967. È un sottomarino <Cacciatore-Assassino>, che vuol dire che la sua funzione era dare la caccia ed eliminare gli altri sottomarini. Ne restano solo cinque in tutto il mondo, in mostra. Quello che possiedo ha dovuto essere ridipinto, ma internamente era come una scatola chiusa in cui praticamente nulla era cambiato da quando ha lasciato la Russia; i motori, i comandi – è tutto lì, anche i pacchetti di sigarette e le cartoline di donne. Non c’è niente di simile in tutto il Regno Unito.

C’è anche un siluro a grandezza naturale sul sottomarino; il Black Widow dà uno spaccato della guerra fredda che è stata parte della nostra storia, e della scienza dei sottomarini”.

Dennis Kelly ha visitato il Black Widow mentre lavorava alle stesure della sceneggiatura. “Abbiamo costruito parte della storia intorno a quel sottomarino”, spiega Macdonald.

E aggiunge Steel: “Il processo di Dennis ha preso forma stando su quel sottomarino, che è ciò che speravamo accadesse. Ha combinato ciò che ha visto e provato là dentro con la conoscenza accumulata durante la sua ricerca”.

I film maker vengono rapiti dall’idea di girare l’intero film a bordo del Black Widow, piuttosto che costruire un sottomarino in studio.

Ad ogni modo, mano a mano che il progetto procedeva, gli aspetti pratici e logistici di girare a bordo sono diventati sempre più difficili da rispettare. “È incredibilmente complicato e difficile girare su un vero sottomarino”, conferma Steel. “Ma è qualcosa per cui ci siamo battuti strenuamente. Sentivamo che fare le riprese di parte del film sul Black Widow era un imperativo ai fini del realismo. Era importante avere un senso di autenticità e attendibilità – e vedere e percepire lo sporco e l’unto!”.

Alla fine si è giunti al compromesso per cui, in seguito ad una settimana di riprese in location dentro e fuori Londra, si sarebbero fatte due settimane di riprese sul Black Widow. La produzione si è poi trasferita negli inglesi Pinewood Studios per la maggior parte delle riprese in programma; a Pinewood sono stati costruiti i set e un’enorme cisterna d’acqua è stata approntata per l’uso.

Lo sceneggiatore Nick Palmer ha fatto lunghe ricerche, visitando una vecchia U-boat – una delle poche rimaste – ormeggiata ad Amburgo, e passando del tempo al Royal Navy Submarine Museum di Gosport e al porto di Portsmouth nella costa sud dell’Inghilterra. Anche Macdonald e Steel hanno visitato il museo di Gosport svariate volte, anche con membri del cast.

“Cercare quadranti e bottoni è stata una delle sfide più grandi”, spiega Palmer. “Alcuni pezzi vengono dalle compagnie navali di salvataggio, e abbiamo anche affittato molte cose da un ex soldato russo che ha un’enorme collezione di attrezzatura militare. Ciò che ci ha dato è entrato nel set in modo naturale”.

Si sono tenuti degli incontri con degli esperti di sottomarini, che hanno vagliato le modifiche finali della sceneggiatura insieme a Kelly e risposto alle domande di Jude Law.

Per le riprese sul sottomarino attraccato nel mezzo del fiume di Rochester, la troupe ha costruito un pontone intorno al Black Widow, su cui stavano le Green Room, materiali di ricambio, toilette portatili, condizionatori e generatori.

Commenta Steel: “Per la troupe e in particolare per gli attori, era fondamentale avere la sensazione dei confini del sottomarino. Sapevamo che sarebbero stati in grado di portarla con sé una volta trasferiti in studio”.

Dato che il Black Widow non è operativo, molti hanno trovato l’ambientazione sconcertante ed anche un po’ inquietante. “L’odore della benzina aleggiava nell’aria, e c’erano ruggine e merda di piccione ovunque”, rivela Scoot McNairy. “Un senso di stanchezza estrema era dovuto al solo fatto di essere isolati, era un po’ come una prigione futuristica. Dava assolutamente la sensazione di ciò che doveva essere: la claustrofobia, il tedio delle giornate tutte uguali”.

“Cercare di fare differenza tra i giorni è qualcosa a cui abbiamo rinunciato”, ammette Law. “Ti manca lo spazio, la luce e l’aria”.

Riflette Grigory Dobrygin: “Mi trovavo dove mio padre era stato, in un sottomarino russo. Potevamo percepire ogni passo, ogni dettaglio, ogni aspetto di cosa significa fare questo lavoro per davvero”.

La produzione ha costruito dei docks al vicino Acorn Wharf Coach Park e, ricorda Steel, “Dovevamo prendere tutti una barca attraverso il Medway River per raggiungere il Black Widow ogni giorno. Ci arrampicavamo per entrare, chiudevamo il portellone e passavamo il tempo girando là dentro. Dieci dei nostri attori erano a bordo e la troupe era ridotta a circa 15 persone, ma era comunque stretto e claustrofobico”.

Il direttore della fotografia Christopher Ross faceva lui stesso le riprese e girava tra cast e troupe, racconta Macdonald, “Gli attori hanno imparato quanto è difficile passarsi vicino, come si batta la testa continuamente, come sia poco confortevole la vita a bordo, e quanto puzza”.

Al di là degli aspetti olfattivi, la produzione ha documentato tutto in modo che Palmer e la sua squadra fossero in grado di ricostruire dei rumori interni di sottomarino simili ai soundstage dei Pinewood Studios; intere sezioni del sottomarino incluse la camera di controllo, una delle stanze dei motori ed il corridoio sono state replicate. Sono state ricreate anche la consistenza e la tonalità delle macchie di unto.

Nota Palmer: “Se era impossibile replicare il design esatto del sottomarino, dove virtualmente non c’è simmetria, ci siamo sforzati di replicare il senso di caos – almeno visualmente. Ho copiato il caos piuttosto che i pezzi individuali”.

A tenere il cast e la troupe in disequilibrio, quando dovevano girare una scena, c’erano tre grandi set di interni che dondolavano avanti e indietro grazie ai sospensori su cui erano costruiti.

Lo scenografo chiarifica: “Per quei set, serviva un ambiente più semplice in cui girare. Abbiamo dovuto inserire degli elementi che non avrebbero necessariamente dovuto essere lì, perché erano richiesti dalla sceneggiatura. Un vero sottomarino ha talmente tante cose che spuntano da terra che l’area in cui si può effettivamente camminare è molto ristretta. I nostri set erano dello stesso diametro del vero sottomarino ed erano più o meno della stessa lunghezza degli spazi equivalenti”.

Palmer ha scoperto che un elemento tangibile che non poteva essere riprodotto sullo schermo con completa accuratezza se si volevano fare le riprese, erano le quantità di cavi e scatole che si trovano su un vero sottomarino. Spiega infatti: “Ne abbiamo messi quanti potevamo – che è probabilmente un ventesimo di ciò che effettivamente si trova a bordo. Ma siamo stati in grado di migliorare i nostri set dipingendoli: siccome avanzava un po’ di muro nudo, lo abbiamo ricoperto di ruggine per rendere la superficie piena come sul sottomarino vero”.

Nonostante queste concessioni, gli attori si sono accorti che girare sui set non era molto più semplice di girare sul vero sottomarino.

“La mia set decorator, Sophie Phillips, ha coordinato la colorazione con Natalie Ward; tutto doveva essere neutrale e semplice nei personaggi e nel sottomarino. Le riprese hanno subito dei ritardi quando l’acqua dentro la gigantesca cisterna ai Pinewood Studios è diventata gialla a causa di una reazione chimica. Per motivi di sicurezza ed estetici, il milione e duecento litri d’acqua è stato svuotato e poi la cisterna è stata riempita e riscaldata di nuovo. Ward e il suo dipartimento si sono accorti che avevano bisogno di repliche dei costumi a portata di mano per via del logorio causato dagli stunt, dal fuoco, dagli accoltellamenti – e ovviamente dall’acqua; a volte il cloro faceva cambiare colore agli indumenti”.

“Le sfide sono state giganti”, conferma Law. “Che fossimo sul vero sottomarino o sul set, c’era sempre poco spazio. Anche solo la vicinanza fisica e la necessità di consentirci a vicenda di muoverci e fare gesti diversi era difficile; stai cercando di dare qualcosa alla macchina da presa ed alla storia quindi c’era sempre un’alta tensione a livello fisico – che era esattamente ciò di cui avevamo bisogno, e non c’era altro modo possibile di raccontare questa storia.

Abbiamo anche imparato che se stai lavorando a un film su un sottomarino, ti ritrovi automaticamente in qualsiasi scena: stai partecipando attivamente perché tutto quello che viene detto si sente, cosa che influenza tutti quanti. Questo cambia la dinamica di ogni scena.”

Il cast ha soprannominato le necessità dovute all’essere sempre in scena “bacting”. Spiega Michael Smiley, “È quando dai le spalle alla macchina da presa ma stai ancora recitando! Nella vita reale di un marinaio di sottomarini, ci si scontra o sfiora costantemente con qualcuno; c’è intimità. Ma noi dovevamo toglierci di mezzo e lasciare che qualcuno si facesse avanti con le sue battute.”

A volte quando gli attori si spostavano per lasciare che qualcuno entrasse in campo si infradiciavano. Come racconta Law, “se fai un film su un sottomarino, sei destinato a venir colpito da getti d’acqua.”

Secondo Bobby Schofield, “è come essere alla fiera con tua mamma ed aver fatto ogni gioco e corsa. Per la prima ora è divertente, ma poi ti chiedi <quando andiamo a casa?>, e sei costantemente bagnato, con i vestiti ancora più pesanti.”

“L’acqua era alla temperatura della stanza, quindi avrebbe potuto essere molto peggio”, commenta McNairy, “imbarcandomi in Black Sea, per qualche ragione non avevo tenuto in considerazione le cannonate d’acqua.”

Ai Pinewood Studios è cresciuto l’affiatamento tra gli attori, che mangiavano insieme intorno al tavolo del sottomarino o negli spazi dello studio. Ben Mendelsohn cantava, Michael Smiley cercava sfidanti per partite a pingpong, tutti si davano il cinque a scena finita.

Un grande affiatamento era stato notato settimane prima che iniziassero le riprese da Jude Law, quando ha sfruttato l’opportunità di imparare di più sulla vita su un sottomarino. La Royal Navy aveva invitato l’attore a passare quattro giorni e quattro notti nello stretto di Gibilterra su di un sottomarino nucleare Trafalgar operativo, l’HMS Talent, come parte della sua preparazione.

Law ha esteso la sua visita per restare a bordo nell’Armed Forces Day, che nel Regno Unito premia il contributo del personale delle forze armate del passato e del presente. “Volevo imparare a rispettare ciò che significa essere un marinaio in un sottomarino, e ciò che ho scoperto è straordinario – ho condiviso un’esperienza incredibile con 130 persone”, racconta. “Mi ha chiarito come questi equipaggi funzionino tutti insieme, come si impegnino tantissimo per agire come un tutt’uno”.

L’Ufficiale in Comando e la compagnia navale del HMS Talent erano impegnate a promuovere i rapporti con la marina francese, ma hanno fatto ritorno temporaneamente nel Regno Unito dopo due mesi in mare per accogliere Law a bordo. Gli sono stati assegnati compiti come controllare il periscopio, ascoltare i contatti durante una missione sonar, e sorvegliare il reattore nucleare.

Ha aderito alla tabella di marcia che prevede sei ore di lavoro e sei libere, e si è acclimatato alla vita dei “sun dodger”. “Quest’ultima attività, spiega Law, “è ciò che fai ogni volta che sei in pausa, anche una breve: corri incontro alla luce del sole per goderti i suoi raggi e prendere un po’ d’aria prima di dover tornare di sotto”.

Aggiunge l’attore: “Dormire in quei piccoli letti è una cosa che ha richiesto del tempo ad alcuni per abituarcisi, così come svegliarsi e vedere che la vita a bordo non è cambiata di una virgola; esci dal tuo spazietto e le luci sono ancora accese, il lavoro va avanti 24 ore su 24.

“La parte più difficile forse è stata sollevare pezzi nel <negozio di bombe> (il compartimento di deposito delle armi) con il Comandante John Aitken, circondato da missili e siluri. Batte ogni palestra!”.

Law ha infine realizzato che “Il lavoro di questi uomini richiede un’abilità enorme, ed anche il lavorare insieme come squadra. Tutti conoscono il lavoro degli altri, così se qualcuno si ammala o peggio, un altro può sostituirlo. Ma ho anche notato che c’è un senso interiore di claustrofobia che devi sopprimere – ed una certa quantità di frustrazione repressa che non si può esprimere perché avrebbe un effetto negativo sugli altri”.

Nel corso dello sviluppo e della produzione di Black Sea, sia i film maker che gli attori non hanno potuto fare a meno di notare la similitudine dei sottomarini con le navette spaziali. “Entrambi sono sigillati durante la navigazione in territori esterni ostili”, ricorda Kelly. “Nello spazio, se ti sposti di poco sei morto nel giro di secondi, e lo stesso vale anche su un sottomarino. La morte ti aspetta dietro l’angolo.”

Aggiunge Macdonald: “C’è sempre quella sensazione che non dovresti stare lì per via di tutto quello che potrebbe andare storto, immediatamente e fatalmente”.

Tutti questi aspetti sono stati incanalati da Ross, che con la sua unità ha “spinto il look di Black Sea più verso Alien e 2001: Odissea nello spazio che non Crimson Tide o U-571.”

Michael Smiley annuisce e cita la famosa frase di Alien: “Sott’acqua puoi affogare ed è come lo spazio profondo: nessuno ti sentirà urlare.”

“Aveva un mood molto fantascientifico”, dice Law. “All’inizio della mia ricerca, mi è stato detto che c’è più tecnologia su un sottomarino che su uno shuttle spaziale. C’è una bellissima sequenza nel film che è l’equivalente di una camminata sulla luna, in cui si esce in quello spazio nero e freddo – tranne che non è lo spazio ma il fondo del mare. Ma sembra 2001”.

Questa sequenza è stata l’ultima del film e ci sono volute due settimane per girarla nella cisterna dei Pinewood, perché gli attori partecipanti hanno passato intere giornate ad allenarsi sott’acqua.

Il direttore della fotografia ha passato ore ad esplorare il Black Widow prima che iniziassero le riprese. Si è così accorto che avrebbe dovuto “confrontarsi con la logistica di un sottomarino in modo che non sembrasse presente. La cosa più difficile è stata cercare di non far sembrare il sottomarino troppo grande; abbiamo cercato di mantenere sempre un senso di claustrofobia e di mostrare gli uomini tutti ammucchiati gli uni sugli altri.”

Nota Steel: “Il lavoro che Chris ha fatto è stato notevole; è stato in grado di catturare l’elemento viscerale del pericolo che comporta stare in un sottomarino; eppure allo stesso tempo ha ottenuto fluidità in spazi ristretti”.

Sono stati sfruttati tutti i progressi più recenti in fatto di tecnologia delle macchine da presa: abbiamo usato camere digitali piccole e leggere e luci su misura create dalla Panalux. Lo scopo era rendere la location un po’ più accessibile senza dover ulteriormente confinare gli attori e metterli all’angolo.

Ross spiega: “Avevamo due videocamere Ariel Xer, una Canon C500 ed una 1DC; la C500 fa delle riprese fantastiche in 4k e può essere letteralmente infilata nel cruscotto di una macchina, per cui l’abbiamo usata in tantissime scene in cui si stava stretti. E poi c’è la ICD, che può essere infilata in spazi ancora più ristretti. Tutto ciò ha aiutato gli attori a non sentirsi stretti più di quanto già lo fossero, ed ha reso i set un po’ più accessibili. Quando i personaggi cambiano psicologicamente ed anche quando dovevano muoversi, non volevamo che avessero l’ingombro di tutte le attrezzature del set. C’erano luci chiave, ma erano nascoste”.

Per il vasto ma a malapena visibile processo d’illuminazione, la Panalux ha costruito delle luci LED su misura, profonde un centimetro e larghe circa 60×60 cm o 30×30 cm, tutte nascoste in angoli e rientranze del sottomarino. “Sul vero sottomarino, avevamo supporti magnetici e le potevamo attaccare ai muri senza occupare ulteriore spazio”, spiega ancora Ross. È stato costruito un pannello per controllare tutte le luci distribuite a bordo del Black Widow. Molte di queste sistemazioni sono state riprese ai Pinewood Studios perché avevano funzionato efficacemente durante la prima parte delle riprese.

Che fosse sul Black Widow o in Studio, l’atmosfera lavorativa ristretta ha anche aiutato la fiducia reciproca e la creatività. “Una delle più grandi qualità di Kevin Macdonald è che ti dà la sensazione che il film sia una vera e propria collaborazione”, dice Nick Palmer. “Gli interessa tutto, ti chiede anche il tuo parere su parti della sceneggiatura”.

Aggiunge Grigory Dobrygin: “Kevin è molto intelligente ed è in grado di spiegare ciò che vuole da ogni personaggio. Non l’ho mai sentito alzare la voce. Un giorno avevo un problema con una battuta e ho detto <non riesco a ricordarmela>. E lui: <faremo un cartellone>, che è stato attaccato vicino a Jude Law. Kevin ci invitava a rivedere le scene. Spesso non lo facevamo, perché avevamo completa fiducia in lui”.

Continua Konstantin Khabenskiy: “Il nostro regista era in grado di vedere la differenza tra quando eravamo sinceri e quando stavamo <recitando>”.

E Michael Smiley: “Kevin ti lascia il tuo spazio. Se hai un’opinione a proposito di qualcosa e pensa che sia un’idea decente, ti consente di provarla. Ha una visione forte abbastanza da saper dire sì o no”.

Anche Sergey Kolesnikov commenta: “Kevin è attento a tutto e tutti, ed ha un forte spirito. Ci siamo tutti sentiti uguali in Black Sea; non aveva importanza la lunghezza della lista dei film fatti da ognuno di noi, o chi fosse la star più importante. Ci siamo sentiti come una truppa coesa e amichevole”.

Chiosa Jude Law: “Fuori dalle riprese eravamo una banda di 12 persone allegre. Davanti alla macchina da presa era una storia diversa”.

 

 

 

 

 

IL CAST

 

JUDE LAW – Robinson

Jude Law è considerato uno dei più bravi attori inglesi, con all’attivo un gran numero di film e parti teatrali.

È stato nominato agli Oscar per il suo ruolo in Ritorno a Cold Mountain e ne Il talento di Mr. Ripley di Anthony Minghella; e quest’ultimo gli è anche valso un BAFTA Award come Miglior Attore non Protagonista. Per entrambi questi lavori è stato anche nominato ai Golden Globe, nonché per Intelligenza artificiale di Steven Spielberg.

Law ha attirato per la prima volta le attenzioni dell’industria cinematografica e della critica per la sua performance al fianco di Stephen Fry, nei panni di Lord Alfred Douglas in Wilde, per cui ha vinto l’Evening Standard Award.

Tra i molti film che ha fatto ci sono Mezzanotte nel giardino del bene e del male di Clint Eastwood, Gattaca di Andrew Niccol, Existenz di David Cronenberg, Il nemico alle porte di Jean-Jacques Annaud, Road to Perdition di Sam Mendes, con Tom Hankd e Paul Newman, Breaking and Entering di Anthony Minghella, I Heart Huckabees di David O. Russel, A Series of Unfortunate Events di Brad Silberling, in cui è narratore, Alfie di Charles Shyer; The Holiday, commedia di successo di Nancy Meyer, con Cameron Diaz, Mu Blueberry Nights di Wong Kar Wai, Dr. Parnassus di Terry Gilliam, 360 di Fernando Meirelles, il multi premiato Hugo Cabret di Martin Scorsese, Contagion ed Effetti collaterali di Steven Soderbergh, Dom Hemingway di Richard Shepard, Gran Budapest Hotel di Wes Anderson ed Anna Karenina di Joe Wright, anch’esso della Focus Features. Con Robert Downey Jr. ed il regista Guy Ritchie, ha partecipato all’enorme successo al botteghino che è stato Sherlock Holmes e Sherlock Holmes: A Game of Shadows. Prossimamente, lo vedremo al fianco di Melissa McCarthy in Spy di Paul Feig.

È stato produttore e attore per l’epopea fantasy Sky Captain di Kerry Conran e The World of Tomorrow, con Gwyneth Paltrow e Angelina Jolie; in Sleuth lo vediamo al fianco di Michael Caine, in un adattamento di Harold Pinter per il regista Kenneth Branagh, tratto dal classico thriller psicologico di Anthony Shaffer.

Law ha condiviso una nomination agli Screen Actors Guild Award con i suoi colleghi in The Aviator di Martin Scorsese, e una ai National Board of Review Award con i suoi colleghi in Closer di Mike Nichols.

Ha iniziato la sua carriera sui palchi teatrali, recitando nel National Youth Theatre all’età di 12 anni.

Nel 1994, ha partecipato all’adattamento teatrale de I parenti terribili di Sean Mathias, ed è stato nominato agli Ian Charleson Award come Outstanding Newcomer. Lo spettacolo è poi stato rinominato Indiscretions per il suo tour a Broadway, in cui Law ha ricevuto una nomination ai Tony Award.

In seguito ha recitato in Tis Pity She’s a Whore e Dr. Faustus, entrambi diretti da David Lan, al London’s Young Vic Theatre, per cui ha preso parte alla raccolta fondi destinata alla sua ristrutturazione.

Nel 2009 è stato il protagonista di Amleto di Michael Grandage al West End di Londra ed in seguito a Broadway, dove ha ricevuto una seconda nomination ai Tony Award ed una Olivier Nomination. Nel 2011 ha recitato nella produzione Donmar Anna Christie ancora al West End, insieme a Ruth Wilson, con cui è stato diretto dal regista Rob Ashford, ricevendo un’ulteriore nomination agli Olivier Award.

Nell’autunno del 2013 è tornato al West End per svariati mesi come protagonista di Enrico V, al fianco di Colin Firth e Maxwell Perkins, messo in scena da Grandage.

È ambasciatore dell’associazione di beneficienza Peace One Day. Nel 2012 ha vinto un Variety Award ai British Independent Film Awards. Nel 2007 la Film Academy francese gli ha conferito il César d’Honneur come riconoscimento del suo contributo al cinema; ed il governo francese lo ha nominato Chevalier de l’Ordre des Arts et des Lettres per i suoi conseguimenti artistici.

 

 

SCOOT McNAIRY – Daniels

Scoot McNairy è un attore e produttore giunto di recente a suscitare l’attenzione dell’industria cinematografica per entrambe le sue attività. Nel 2010 è stato nominato come Miglior Attore ai British Independent Film Awards per la sua performance nell’acclamato film indipendente Monsters, scritto e girato da Gareth Edwards. L’anno precedente In Search of a Midnight Kiss, in cui McNairy è sia attore che produttore, ha vinto il John Cassavetes Award (per il miglior film fatto con meno di 500.000 dollari) agli Independent Spirit Awards; il film è stato scritto e girato da Alex Holdridge.

Con i suoi colleghi in Argo di Ben Affleck, ha condiviso uno Screen Actors Guild Award per il quale sono stati votati Miglior Cast, e tra i tanti altri premi ricevuti da Argo spicca l’Oscar al Miglior film. È stato nominato ancora una volta insieme al resto del Cast agli Screen Actors Guild Award per 12 anni schiavo di Steve McQueen, anch’esso vincitore dell’Oscar al Miglior Film.

Trai i “10 Actors to Watch” di Variety nel 2012, McNairy ha recitato anche in Killing Them Softly di Andrew Dominik, con cui ha vinto come Breakthrough Performer all’Hamptons International Film Festival e in cui ha recitato al fianco di Ben Mendelsohn di Black Sea.

Lo si può vedere anche in Non-Stop di Jaume Collet-Serra al fianco di Liam Neeson; in Frank di Lenny Abrahamson; in The Rover di David Michod; Touchy Feely di Lynn Shelton; The Off Hours di Megan Griffith; Art School Confidential di Terry Zwigoff e in Promised Land di Gus Van Sant, anch’esso Focus Features.

Recentemente l’abbiamo visto in L’amore bugiardo di David Fincher. Al momento sta lavorando a Batman Vs Superman di Zack Snyder e in Our Brand is Crisis di David Gordon Green, in cui recita al fianco di Sandra Bullock.

McNairy faceva parte del cast della serie tv ambientata negli anni ottanta Halt and Catch Fire, al fianco di Lee Pace e Mackenzie Davis: la prima stagione è andata in onda nel 2014 e la seconda la vedremo nel 2015. È stato inoltre guest star in un gran numero di show di successo: Six Feet Under, The Shield, CSI, How I Met Your Mother, e (con un ruolo ricorrente) Bones.

Insieme a John Pierce, McNairy ha fondato The Group Films, società che al momento si sta occupando della pre-produzione di Frank and Cindy di G.J. Echternkamp, ispirato dal premiato documentario omonimo del regista, con Rene Russo e Oliver Platt. Le produzioni precedenti della sua compagnia includono Straight as di James Cox, con Ryan Philippe, Anna Paquin e Luke Wilson. McNairy è poi recentemente tornato a lavorare con Gareth Edwards come produttore esecutivo di Monsters: Dark Continent di Tom Green, il sequel di Monsters.

 

 

BEN MENDELSOHN – Fraser

Universalmente riconosciuto come uno dei più bravi attori australiani, Ben Mendelsohn ha preso parte a film provenienti da tutto il mondo. La sua performance al fianco di James Frecheville e della nominata agli Oscar Jacki Weaver in Animal Kingdom di David Michod gli è valso i riconoscimenti cinematografici più alti d’Australia: l’Australian Film Institute (AFI) Award, il Film Critics Circle of Australia (FCCA) Award, e l’ IF Award – come Miglior Attore.

Ha ricevuto un gran numero di premi AFI e FCCA, inclusi quelli per il suo lavoro in Beautiful Kate di Rachel Wood, con Rachel Griffiths; per la sua performance in The Year My Voice Broke di John Duigan, il film che lo ha lanciato; e per Metal Skin di Geoffrey Wright.

Tra i tanti film che ha fatto ci sono Il nuovo mondo di Terrence Malick; Black and White di Craig Lahiff, in cui interpreta il mogul Rupert Murdoc; Australia di Buz Luhrmann e Trespass di Joel Schumacher, entrambi con Nicole Kidman; Killer Elite di Gary McKendry; Prime Mover, Idiot Box e Mullet (in quest’ultimo da protagonista) di David Caesar; Knowing di Alex Proyas; Vertical Limit di Martin Campbell; Cosi and Spotswood di Mark Joffe; Amy e The Big Steal di Nadia Tass; Sirens di John Duigan; Map of the Human Heart di Vincent Ward e Quigley Down Under di Simon Wincer.

Nel corso degli anni appena trascorsi, i film in cui ha recitato includono il blockbuster di Christopher Nolan Il ritorno del cavaliere oscuro; Killing Them Softly di Andrew Dominik, al fianco di Scoot McNairy di Black Sea; Adore di Anne Fontaine, con Naomi Watts e Robin Wright; The Place Beyond the Pines di Derek Cianfrance, anch’esso per Focus Features, e Lost River, al fianco di Ryan Gosling (e anche girato da lui); Exodus: Gods and Kings di Ridley Scott ; Starred Up di David Mackenzie, per cui Mendelsohn ha vinto il British Independent Film Award come Miglior Attore non Protagonista.

Ha ricevuto una nomination agli AFI e ai Logie Award per il suo ruolo nella serie tv Love My Way. Ha anche partecipato a molti dei più acclamati prodotti televisivi australiani, tra cui Halifax f.p., G.P., Police Rescue e The Secret Life of Us. Per la sua performance nello show Tangle ha vinto l’Asta Award come Miglior Attore ed è stato nuovamente nominato ai Logie Award.

Nel corso della sua carriera Mendelsohn ha anche affinato il proprio talento sul palcoscenico: ha recitato nei panni di Marcantonio in Julius Caesar e di Tom in The Glass Menagerie, entrambi alla Sydney Theatre Company. I suoi altri lavori teatrali includono My Zinc Bed, Cosi (al Belvoir St. Theatre) e The Selection (alla Melbourne Theatre Company).

Lo vedremo presto prendere parte all’ensemble di una serie ancora senza titolo di Netflix; nel nuovo film dei registi e scrittori Anna Boden e Ryan Fleck, Mississippi Grind, con Ryan Reynolds e Analeigh Tipton; e insieme a Michael Fassbender e Kodi Smit-McPhee in Slow West, scritto e diretto da John Maclean.

 

 

DAVID THRELFALL – Peters

Formatosi alla Manchester Polytechnic School of Theatre, David Threlfall continua ad accumulare un’impressionante serie di film, lavori televisivi e teatrali.

È stato per oltre nove anni nei panni del memorabile Frank Gallagher in Shameless, la premiata serie Company Pictures per Channel 4 nel Regno Unito, di cui è anche produttore esecutivo ed ha girato molti episodi. La sua performance gli è valsa un gran numero di Royal Television Society Awards.

Tra i suoi lavori televisivi c’è anche la serie Nightingales; Play for Today; The Kiss of Death di Mike Leigh; il documentario “Arena” Mike Leigh Making Plays; il telefilm Tommy Cooper: Not Like That, Like This di Ben Caron, in cui Threlfall veste i panni del famoso comico; il telefilm Housewife, 49 di Gavin Millar, per cui lui e l’attrice Victoria Wook hanno condiviso con gli autori il BAFTA Award for Best Single Drama; Conspiracy di Frank Pierson, anch’esso vincitore ai BAFTA, che racconta la conferenza di Wannsee durante la seconda guerra mondiale; Scum di Alan Clarke; The Queen’s Sisters di Simon Cellan Jones; la miniserie Titmuss Regained, scritta da John Mortimer e girata da Martyn Friend; la versione di King Lear diretta da Michael Elliott, in cui ha recitato con Laurence Olivier.

È stato nominato ai London Critics’ Circle Film Award per la sua performance in Master and Commander di Peter Weir. Tra gli altri film da lui interpretati ci sono Nowhere Boy di Sam Taylor-Johnson; Elizabeth: The Golden Age di Shekhar Kapur; Hot Fuzz di Edgar Wright; Patriot Games di Phillip Noyce e The Russia House di Fred Schepisi.

I suoi lavori teatrali includono Someone Who’ll Watch Over Me di Dominic Dromgoole, prodotto dall’Ambassador Theatre, grazie al quale Threlfall è stato nominato all’Olivier Award come Miglior Attore; la messa in scena di Trevor Nunn di Skellig al Young Vic; Blue/Orange diretto da Roger Mitchell, al Dutchess Theatre, e la celebrata produzione della Royal Shakespeare Company di Trevor Nunn di The Life and Adventures of Nicholas Nickleby, tratto dal libro di Charles Dickens. La sua performance nei panni di Smike gli è valsa una nomination ai Tony Awards, ai Clarence Derwent Awards come Miglior Attore non Protagonista e agli SWET come Miglior Attore. È anche stato nominato agli Emmy Awards per lo stesso ruolo nella miniserie prodotta da RSC.

Threlfalll è stato premiato con il D’Art della Manchester University nel 2013.

 

 

KONSTANTIN KHABENSKIY – Blackie

Konstantin Khabenskiy è stato nominato Honorable Actor of Russia nel 2006, ed ha ricevuto numerosi premi e onorificenze per i suoi lavori teatrali e cinematografici.

Nato a Leningrado, è conosciuto in tutto il mondo per la sua performance nei fantasy-thriller russi Night Watch e Day Watch di Timur Bekmambetov, nonché nella produzione americana del regista Wanted.

Dopo aver studiato da ingegnere informatico, ha suonato la chitarra ed ha anche lavorato come tecnico di palcoscenico. Ha studiato musica e cinema all’Istituto di Teatro di San Pietroburgo, e all’epoca era anche nella troupe del Teatro Raikin di Mosca.

Dal 1996 al 2003 Khabenskiy si è esibito con il Teatro di San Pietroburgo a Lensovet, partecipando agli adattamenti di Aspettando Godot e Caligola. Al Teatro d’Arte di Mosca si è esibito nel ruolo da protagonista in White Guard, il classico di Mikhail Bulgakov. Ha anche vestito i pani di Claudio in un adattamento russo dell’Amleto shakespeariano, messo in scena da Yuri Butusov.

Khabenskiy ha debuttato al cinema con Na kogo Bog poschlet di Vladimir Zaykin, prima di giungere alla fama con la sua apparizione nella serie tv Uboynaya sila. Tra i suoi altri film ci sono World War Z di Marc Forster e, anch’esso per Focus Features, La talpa di Tomas Alfredson.

 

 

SERGEY PUSKEPALIS – Zaytsev

Sergey Puskepalis è un attore e regista. Il film che l’ha reso famoso è Simple Things di Aleksey Popogrebskiy, per cui ha ricevuto un gran numero di riconoscimenti, tra cui il premio come Miglior Attore al Karlovy Vary International Film Festival e il Russia’s Nika Award come scoperta dell’anno.

Ha recitato al fianco di Grigory Dobrygin (anche lui in Black Sea) in How I Ended This Summer di Popogrebskiy, nominato come Miglior Film al London Film Festival. Puskepalis e Dobrygin hanno condiviso la vittoria dell’Orso D’argento come Migliori Attori al Festival di Berlino. Tra gli altri film realizzati in Russia, c’è stato il grande successo al botteghino Metro, di Anton Megerdichev.

Puskepalis sta debuttando alla regia con il lungometraggio tragicomico Clinch, con Alexey Serebryako e Asya Domskaya.

 

 

MICHAEL SMILEY – Reynolds

Sin dal ruolo che lo ha lanciato dieci anni fa, nei panni del corriere Tyres al fianco di Simon Pegg e Nick Frost nella serie tv Spaced di Edgar Wright, Michael Smiley ha recitato in un gran numero di film e show televisivi. Il trio si è riunito in occasione dell’acclamato Shaun of the Dead. Per la sua performance in Kill List di Ben Wheatley, Smiley ha vinto come Miglior Attore non Protagonista ai British Independent Film Award, al Frightfest Award, ed al London Critics’ Circle Film Award, ed è stato nominato ai Chainsaw Award. Con Wheatley ha anche lavorato a Down Terrace e A Field in England.

Nato a Belfast, in Irlanda del Nord, ha recitato in molti altri film, tra cui Profumo di Tom Tykwer; The Other Boleyn Girl di Justin Chadwick; Burke & Hare di John Landis; The Lobster di Yorgos Lanthimos, che uscirà a breve, con Rachel Weisz e Colin Farrell; e The Woods di Corin Hardy, anch’esso prossimamente sugli schermi.

Il suo lavoro nella televisione del Regno Unito include un ruolo in Luther, con Idris Elba; e comparse in show come Ripper Street, Wire in the Blood, Utopia e Doctor Who.

Oltre ad essere un attore, è anche un comico teatrale costantemente in tour per tutto il Regno Unito e nel mondo intero.

 

 

GRIGORY DOBRYGIN – Morozov

Figlio di una danzatrice di balletto e di un ufficiale di sottomarini, Grigory Dobrygin è un attore di cinema e teatro e regista russo. È nato a Petropavlovsk-Kamchatsky-50, una città militare all’estremo est dell’Unione Sovietica. Da bambino ha studiato sette anni alla scuola di balletto del Teatro Bolshoi di Mosca, e in seguito per due anni alla Zaokskaya Christian Academy, per poi laurearsi all’Accademia d’arte del Teatro di Mosca.

Il ruolo che lo ha lanciato era al fianco di Sergey Puskepalis (anche lui in Black Sea) in How I Ended This Summer di Aleksey Popogrebskiy, nominato come Miglior Film al London Film Festival. Inoltre, Puskepalis e Dobrygin hanno condiviso la vittoria dell’Orso D’argento come migliori attori al Festival di Berlino.

I suoi altri ruoli da protagonista includono 4 Days in May di Achim von Borries; Black Lightning, prodotto da Timur Bekmambetov e girato da Dmitriy Kiselev e Aleksandr Voytinskiy.

Abbiamo visto di recente Dobrygin nel ruolo di Issa Karpov in La spia di Anton Corbijn, con Philip Seymour Hoffman. Lo vedremo presto in Territory di Aleksandr Melnik.

Ha scritto, prodotto e girato due cortometraggi: An Affair e Verpackungen.

 

 

SERGEY VEKSLER – Baba

Nato in Ucraina, Sergey Veksler ha recitato in film e serie tv russe per quasi trent’anni.

Tra i suoi film c’è la popolare serie Antikiller, del regista Egor Konchalovskiy, Zhena kerosinshchika di Aleksandr Kaydanovskiy e Yaguar di Sebastián Alarcón, suo debutto. Tra i suoi lavori televisivi ci sono le popolari serie Uboynaya sila e Tayga, in quest’ultima Veksler è il protagonista.

 

 

SERGEY KOLESNIKOV – Levchenko

Attore veterano del cinema e della televisione, Sergey Kolesnikov è stato visto dal pubblico di tutto il mondo al fianco di Bruce Willis in Die Hard – Un buon giorno per morire di John Moore; oltre che nel film indipendente di Sophie Barthes Cld Souls, con Paul Giamatti.

Il suo primo ruolo di rilievo è stato nel film romantico Tolko wdojom di Georgi Kuznetsov, al fianco di Tatjana Wassiljewa.

In televisione i lavori di Kolesnikov includono la serie poliziesca Peterburgskie tayny e la miniserie ambientata durante la seconda guerra mondiale Do Not Forget.

 

BOBBY SCHOFIELD – Tobin

Black Sea è il primo ruolo di rilievo di Bobby Schofield. Tra i suoi altri lavori ci sono Milner di Mia Tag; Reds and Blues: The Ballad of Dixie & Kenny di Ian Lysaght; e The Last Ferry, con Stephen Graham, presto sugli schermi.

Nato a Kirby, Liverpool, ha lavorato anche in televisione, in Grange Hill and Doctors e nella miniserie Our World War di Ben Chanan.

Dopo aver iniziato la sua carriera da adolescente con degli spettacoli amatoriali, Schofield è diventato un membro dell’Everyman Youth Theatre, e da allora ha recitato in spettacoli come What Was It Like in the War, Nan? e negli adattamenti di La parola ai giurati e Twelfth Night. I suoi altri lavori teatrali includono lo spettacolo di Esther Wilson Tony Teardrop, in cui è il protagonista Billy; Terriers, al Royal Court Theatre; e il tour di The Full Monty per gli Sheffield Theatre.

 

 

JODIE WHITTAKER – Chrissy

Jodie Whittaker si è diplomata presso la britannica Guildhall School of Music and Drama nel 2005, e dopo poco è stata scritturata in un ruolo che le è valso l’attenzione dell’industria dell’intrattenimento: al fianco di Peter O’Toole in Venus. La sua performance nel film di Robert Mitchell e scritto da Hanif Kureishi le ha anche portato una nomination agli Independent Film Award e ai London Critics’ Circle Film Award.

In seguito Whittaker ha recitato in Good di Vincente Amorim, insieme a Viggo Mortensen; le popolari St. Trinian’s comedies di Oliver Parker e Barnaby Thompson; il premiato Attack The Block di Joe Cornish; la commedia ambientata in sudafrica di Jann Turner, White Wedding; Perrier’s Bounty di Ian Fitzgibbon, con Cillian Murphy; The Kid di Nick Moran; One Day di Lone Scherfig, anch’esso Focus Features e Film4; Get Santa di Christopher Smith; e il cortometraggio di Ian Barnes Wish 143, nominato agli Oscar.

È stata nominata ai Royal Television Society Award per la sua performance nell’acclamata serie britannica Broadchurch. I suoi altri ruoli televisivi includono Black Mirror, The Smoke, e più recentemente, The Assets. Ha vinto il Royal Television Society Midlands Award come Miglior Attrice per il suo ruolo nel telefilm The Last Will e Testament of Billy Two-Sheds di Pip Broughton.

Tra i suoi lavori teatrali, Antigone al National Theatre; The Storma al Globe Theatre; Bash: Latter-Day Plays ai Trafalgar Studios; Awake and Sing! e Enemies all’Almeida Theatre, quest’ultimo prodotto e diretto da Michael Attenborough, le è valso una nomination agli Ian Charleson Award.

 

 

 

 

 

 

 

 

KEVIN MACDONALD – Regista e Produttore

Kevin Macdonald ha vinto il Premio Oscar come Miglior Regista per One Day in September, votato Miglior Documentario nel 2000.

Nato a Glasgow, in Scozia, ha realizzato un gran numero di documentari, sia corti che lungometraggi. Ha esplorato un gran numero di temi, dalla star del muto Eric Campbell alla missione di salvataggio Kindertransport, dalla rockstar Mick Jagger al criminale di guerra Klaus Barbie.

Touching the Void, del 2003, è diventato il documentario che ha incassato di più nella storia del cinema inglese, e ha vinto l’Evening Standard e il BAFTA Award come Miglior Film Inglese. Il suo primo film è stato The Last King of Scotland, in cui la performance di Forest Whitaker è stata premiata, tra gli altri, ai BAFTA e agli Oscar.

Il film ha anche vinto il BAFTA Awards per Miglior Film Inglese e Migliore Adattamento, ed anche ai BAFTA (in Scozia) per Miglior Film, Miglior Sceneggiatura e Miglior Attore (James McAvoy).

MacDonald è stato decretato Miglior Regista ai British Independent Film Awards, e il direttore della fotografia Anthony Dod Mantle ha vinto il Best Technical Achievement.

In seguito ha girato State of Play, thriller ambientato a Washington con Russel Crowe e Ben Affleck, che gli è valso una nomination ai London Critic’s Circle Film Award; l’epopea di epoca romana The Eagles, anch’essa Focus Features e Film4, con Channing Tatum e Jamie Bell; e il film di guerra How I Live Now, con Saoirse Ronan e Harley Bird, che hanno entrambe ricevuto una nomination ai British Independent Film Award per le loro performance.

Allo stesso tempo, Macdonald ha continuato a lavorare nel mondo dei documentari con Marley, il suo acclamato lavoro sulla vita e il lavoro di Bob Marley, che è stato nominato, tra gli altri riconoscimenti, sia ai BAFTA che ai Grammy Awards; e con Christmas in a Day e Life in a Day, entrambi frutto del contributo di registi di tutto il mondo in un periodo di 24 ore. Quest’ultimo ha debuttato al Sundance Film Festival ed è poi stato caricato su Youtube, dove ha totalizzato oltre 8 milioni di visualizzazioni.

Macdonald è il nipote di Emeric Pressburger, conosciuto per i suoi film in coppia con Michael Powell. Uno dei suoi primi documentari, The Making of an Englishman, riguardava suo nonno. È stato co-montatore di The Faber Book of Documentary (1997) ed ha scritto Emeric Pressburger: The Life and Death of a Screenwriter (Faber, 1994), acclamato Film Book of the Year dal British Film Institute.

 

 

CHARLES STEEL – Produttore

Charles Steel è un produttore cinematografico e televisivo, vincitore di un BAFTA e direttore della compagnia di produzione Cowboy Films.

Ha prodotto Black Sea e The Last King of Scotland di Kevin Macdonald, in cui la performance di Forest Whitaker è stata premiata, tra gli altri, ai BAFTA e agli Oscar.

Il film ha anche vinto, tra gli altri premi, il BAFTA Award per il Miglior Film Inglese, anche noto come il prestigioso Alexander Korda Award, condiviso da Steel e Macdonals.

Per il film Steel ha anche ricevuto una nomination agli European Film Award e ai London Critic’s Circle Film Award.

Lui e Kevin Macdonald hanno di nuovo fatto squadra per il documentario Marley, per cui hanno condiviso una candidatura ai BAFTA, e per il film di guerra How I Live Now, in cui recitavano giovani talenti emergenti tra cui Tom Holland e George MacKay.

I suoi altri lavori come produttore includono Ay Foster di Beeban Kidron, con Rachel Weisz, Vincent Perez, e Ian McKellen; Goodbye Charlie Bright, il primo lungometraggio del regista/sceneggiatore Nick Love; le coproduzioni inglesi-italiane The Soul Keeper e The Lost Lover, entrambe di Roberto Faenza; e il documentario sul cricket in India di Stevan Riley, Fire in Babylon.

I suoi crediti come produttore televisivo includono il telefilm Poppy Shakespeare, girato da Benjamin Ross, con Naomie Harris ed Anna Maxwell Martin, che ha vinto un BAFTA Award per la sua performance; ed entrambe le stagioni del thriller Top Bo, vincitore del Best Drama ai Royal Television Society Awards e candidato a quattro BAFTA, vincendo con la colonna sonora originale di Brian Eno.

 

 

DENNIS KELLY – Sceneggiatore

Black Sea è una sceneggiatura originale, e la prima per un lungometraggio scritta da Dennis Kelly, recentemente inserito fra i tredici Screenwriters to Watch di IndieWire.

Ha vinto un Tony Award per il Best Book of a Musical per aver scritto Matilda, che ha adattato dal libro di Roald Dahl, poi diretto da Matthew Warchus. La produzione Royal Shakespeare Company/Dodgers ha vinto sei Olivier Awards al West End, tra cui Best New Musical, ed altri 4 Tony Awards a Broadway, per cui ha ricevuto anche un Drama Desk Award dei quattro vinti dallo show, tra cui quello per Outstanding Musical.

Tra le sue scritture teatrali ci sono Debris (portato in scena al Theatre 503/Battersea Arts Centre nel 2003), Osama the Hero (Hampstead Theatre, 2004), After the End (Paines Plough, Traverse Theatre, Bush Theatre, 2005), Love and Money (Young Vic/Manchester Royal Exchange, 2006), Taking Care of Baby (Hampstead Theatre/Birmingham Repertory, 2006), DNA (National Theatre, 2008), Orphans (Paines Plough, Traverse Theatre, Soho Theatre & Birmingham Rep, 2009), The Gods Weep (Royal Shakespeare Company, 2010) e The Ritual Slaughter of Gorge Mastromas (The Royal Court, 2013). Questi lavori sono stati messi in scena in tutto il mondo e sono stati tradotti in più di trenta lingue.

Per la televisione inglese, Kelly ha co-sceneggiato e creato la serie comica Pulling for Silver River, che è durata per tre stagioni; ha creato la serie culto di fantascienza Utopia per la Kudos Film and Television e Channel 4. Recentemente è andata in onda la seconda stagione di Utopia, di cui ci sarà un rifacimento americano girato da David Fincher.

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