bon ton

Momenti determinanti nella vita di una persona a tavola, quel bagaglio di esperienze che fanno la differenza

 

Ben trovati ad un’altra puntata dedicata al bon ton. Di cosa parleremo oggi? I bambini a tavola e non solo…

Le fasi che contraddistinguono la crescita di un bambino  a tavola,  fino alla sua età adulta, matura, partono con l’allattamento dal seno della madre,  dove non occorre saper usare una forchetta o un coltello per nutrirsi, così come non serve per il famoso “biberon”, per arrivare al momento in cui si impugna il cucchiaino o il cucchiaio per gustare zuppe e dolci.

Questa è sicuramente la fase più temuta dai genitori: “il mio bambino riuscirà a finire il pranzo senza sporcarsi di sugo/maionese/cioccolato…lanciandoselo addosso sui vestiti e in faccia mentre usa la forchetta/cucchiaio/… ?”  Quale genitore non ha mai lavato un bavaglino sporco di  sugo, cioccolato, ecc.. di suo figlio?

Si passa dalla consapevolezza che sedersi a tavola non è più un gioco, quando apparecchiando in cucina o nel soggiorno lui/lei esclamano: “ho usato il servizio buono per preparare la tavola!”

Ecco in quel momento, date per certe le regole, quelle basilari che prevedono dove e come disporre le posate, il tovagliolo, le bottiglie di vino e quella di acqua sul tavolo… Il ruolo del genitore acquisisce maggiore importanza: Insegnare l’arte del mangiare senza parlare, modi garbati, tono di voce pacato, tranquillo, trasformando il momento del pranzo in una sorta di “rito sacro”.

Al bando grida, urla, schiamazzi. Parola d’ordine? Rispetto!

Educare al dialogo ma non con la bocca piena, pulirsi i denti con lo spazzolino e non con lo stecchino a fine pasto o peggio ancora usare le unghie del mignolo di fronte ai commensali, abondare con il “grazie” e il “prego” per fare richieste a tavola, imparare a non commentare le quantità di cibo nel piatto o le pietanze ordinate da chi abbiamo accanto, o al tavolo difronte (se ci si trova in un ristorante) sono solo alcune delle regole del bon ton…

L’imbarazzo non ha età: ci si può trovar di fronte un uomo di 40anni che usa un tono alto di voce al tavolo mentre mangia, dando modo a tutti di ascoltare ciò che dice, che commenta i pasti scelti dagli altri e magari non saluta il titolare del locale… Così come un ragazzino capace di non assentarsi totalmente dalle conversazioni tenute al tavolo con i suoi amici, guardando video su Youtube …

Ricordo anni fa, parliamo degli anni 90, un genitore disperato perchè suo figlio aveva costantemente con sé, persino a tavola, il Game Boy della Nintendo tascabile. Era diventata una vera e propria dipendenza! Sicuramente un’abitudine come dire “poco bon ton” è vero, ma in confronto a oggi è niente, se si pensa alle cene e i pranzi in cui il telefono è sempre presente!

Cosa è bon ton dunque, oggi rispetto a ieri?

Le regole da usare a tavola non passano mai di moda: è un requisito principale insegnare ai bambini a restare seduti e senza intrattenimento quando si trovano a tavola, importante è che usino  parole consone per la loro età…

Ricordo alcuni anni fa, padre e figlio, agli ascensori : “Signorina sale con noi?” – “No grazie, attendo! Salite pure”…Subito dopo essere entrati in ascensore, il ragazzino (massimo 10 anni) urlava: ” papà, volevi tra i piedi quella rompic******i?”

Un pensiero per così dire “bon ton” è rivolto anche a tutte quelle persone che non tornano a casa per pranzo, obbligate a restare in ufficio con altra gente o quelle realtà in cui non ci sono “sale mensa” ma ci si ferma  comunque “in postazione” …Nel caso in cui abbiate portato una zuppa, mentre il vostro collega un panino con la parmigiana/la mortadella,  siate discreti…Non squadratelo dall’alto in basso, come se stesse commettendo un reato solo perchè ha fame…Risparmiatevi risate, commenti, o giudizi personali su cosa avreste messo voi nel panino o al contrario, se la zuppa del vicino non vi piace… Non c’è bisogno di fare una faccia schifata…Invece se è possibile, aprite la finestra, usate un profumo, dominate le emozioni e gli istinti…Ne va della vostra immagine e di quella dell’azienda per cui lavorate.

Per concludere…Come direbbe Csaba Dalla Zorza, difficilmente bambini maleducati si trasformeranno in adulti educati, piuttosto è più facile il contrario!

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