Piña, banaca e abaca: eco-friendly ed eco-chic

La moda, si sa, spesso stupisce e non sempre in modo positivo, provocazioni e messaggi gridano in silenzio dalle passerelle di tutto il mondo. Una sfilata molto particolare ha avuto luogo a Roma, presso il Circolo Ufficiali della Marina, con un intento da ammirare: far conoscere e promuovere le fibre pregiate filippine. Di cosa si tratta? Una commistione tra foglie di banana, ananas e canapa, combinate per dare vita a una collezione bella e buona.

fibre_pregiate

I tessuti eco-friendly, orgoglio delle Filippine, sono di gran pregio, tanto da trasformarsi, nelle mani esperte di designer quali Anthony Cruz Legarda, Dita Sandico-Ong, Renee Salud, Patis Tesoro, Jaki Peñalosa e Twinkle Ferraren, in creazioni d’alta moda e di pret a porter. Tessuti lucenti, belli e preziosi, dunque, ma non solo. Grazie alle proprietà intrinseche dei componenti gli abiti realizzati con le fibre pregiate sono resistenti e praticamente indistruttibili.

La sapiente lavorazione a mano, attraverso strumenti piuttosto rudimentali, rende possibile l’ottimizzazione delle risorse e la riduzione degli sprechi. Ad esempio nella confezione degli abiti si impiega la parte del tronco del banano, altrimenti tagliata e gettata via.

Molto simile alla seta, con la quale è spesso intessuta, la fibra della piña – estratta dallo stelo dell’ananas– trova il suo utilizzo ottimale nella confezione di abiti eleganti, poiché si presenta lucida e sottile. Molto interessante è la “banaca”, tessuto creato a partire dal banano e dall’ abaca. Quest’ultima, – estratta dallo stelo della canapa di Manila- è molto resistente, tre volte più del cotone. E trova impiego non solo nella moda ma anche nella creazione della carta, con un risparmio notevole del legno.

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