Questa sera, a “Fuori dal Coro”, in prima serata su Retequattro, l’intervista di Mario Giordano alla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni.

Di seguito alcuni passaggi dell’intervista:

Sulla collaborazione nell’emergenza Coronavirus con la maggioranza: «Noi abbiamo tentato di dare una mano dall’inizio. Non lo abbiamo fatto per dare una mano a Giuseppe Conte, l’abbiamo fatto per dare una mano agli italiani perché è il nostro lavoro, è quello che dobbiamo fare. Sono settimane che la maggioranza ci insulta dalla mattina alla sera, ma se si guarda indietro, tutte le proposte più sensate le avevamo fatte noi dall’inizio. È  la maggioranza che non le ha volute ascoltare o le ha ascoltate molto tardi. Come quando noi chiedevamo di mettere in quarantena chi arrivava dalla Cina e loro dicevano che dovevamo andare in giro ad abbracciare i cinesi. Non c’è stata da parte della maggioranza una grande disponibilità ad accogliere le nostre proposte. A livello di emendamenti, nel “Cura Italia”, dopo ore e ore di discussione con la cabina di regia hanno accolto un emendamento unicamente perché era talmente macroscopico l’errore che avevano fatto che non potevano fare diversamente. L’emendamento diceva di inserire la provincia di Brescia tra quelle più colpite e che hanno il maggior numero di aiuti: siccome si erano dimenticati di Brescia, l’hanno dovuto approvare. Secondo lei è possibile che su 168 emendamenti che abbiamo fatto, 167 fossero idiozie? È un dato statistico che due cose decenti devono esserci».

In merito alla conferenza stampa di Conte di venerdì 10 aprile: «Se tu convochi una conferenza stampa che chiaramente la Rai è costretta a dare alle ore 20, in prima serata, e che viene trasmessa di fatto da tutti i TG, è perché la Rai e le altre televisioni sanno e pensano che quella conferenza stampa porti delle informazioni necessarie riguardo ai provvedimenti che il Governo sta portando avanti in tema di lotta all’emergenza Coronavirus. Nel momento in cui quello diventa un luogo per attaccare l’opposizione, quella è una conferenza politica, che è un’altra cosa, una cosa da talk show! Come mi pare abbia detto anche il direttore Mentana, che non è esattamente una persona schierata a destra, ma un professionista riconosciuto in questa nazione».

Su una possibile uscita dell’Italia dall’Unione Europea dichiara: «La soluzione non è l’uscita dall’Europa. Noi siamo indispensabili per questa Unione Europea. La possiamo rifondare, dipende da noi perché senza l’Italia l’Europa non esiste, questo ce lo dobbiamo ricordare. Noi non siamo un paesello, siamo uno dei paesi fondatori dell’Unione Europea e senza di noi tutta questa bella costruzione che fa cantare vittoria a questi signori, non esisterebbe. Senza di noi non esisterebbe l’euro. C’è un think tank tedesco che ha dimostrato che negli ultimi 20 anni con l’euro ogni tedesco ha guadagnato 23mila euro e ogni italiano ha perso 75mila euro. Lo dicono i tedeschi, non lo diciamo noi. Senza l’Italia tutto questo non sarebbe più possibile, quindi serve un’Europa che si occupi delle grandi questioni strategiche e non delle quisquiglie nelle quali non ci siano più strumenti che favoriscano qualcuno a discapito di altri. Se per esempio l’euro è una moneta sbilanciata a favore dei tedeschi servono meccanismi  di compensazione come gli eurobond. Ma se i tedeschi continuano a volere tutto allora forse non è che dobbiamo uscire noi dall’Unione Europea, mandiamo via i tedeschi».

Sull’attivazione del MES dichiara: «Io non ho mai detto che il Governo aveva attivato qualcosa per l’Italia. Io ho solo detto che il ministro Gualtieri aveva dato l’ok all’attivazione del MES. Perché il documento dell’eurogruppo sul quale c’è l’ok del ministro Gualtieri dice, al punto 16, che il MES verrà attivato entro 2 settimane e che il documento deve essere ratificato dal Consiglio europeo, il che significa che Conte può decidere di non dare l’ok. Ma il documento dice questo poi l’attivazione in sé del MES non significa che l’Italia sta chiedendo gli aiuti però se noi abbiamo un’Europa nella quale c’è il MES e non ci sono gli eurobond, cosa succede? Che al primo problema che abbiamo con lo spread o se la Banca Centrale Europea decidesse di chiudere i rubinetti e di non comprare più i titoli di stato italiani noi potremmo solo accedere al MES. Per questo è molto pericoloso che ci sia solo il MES per affrontare questa emergenza, senza altri strumenti efficaci per l’Italia. Di fatto ci stanno chiudendo il cappio intorno al collo e alla fine ci strozzano. Chiedo a Conte di essere coerente con quello che ha detto guardando la telecamera, vada al Consiglio europeo e dica ‘questo documento sul quale Gualtieri ha dato l’ok per me non va bene. Senza gli eurobond non discutiamo di nient’altro’. E vedremo se Conte aveva ragione a prendersela con noi o se il problema è all’interno della sua maggioranza. Perché Conte fa il Presidente del Consiglio di una maggioranza nella quale ci sono PD e il Movimento 5 Stelle».

Sulla difesa di Mentana che ha criticato l’operato di Conte e sulla collaborazione con il Governo ribadisce: «Enrico Mentana è sicuramente una persona intellettualmente onesta. Mi aspetto che le persone intellettualmente oneste dichiarino che c’è qualcosa che non va. Perché qui non è più un problema di rapporto tra la destra e la sinistra, in questa roba qui c’è un problema di rispetto delle regole istituzionali. C’è una sede istituzionale e una politica, se le cose si mischiano non ci sono più regole. Ma non mi interessa più tornare su questa polemica. Non so se il Presidente della Repubblica ha sentito privatamente il governo ma ricordo quando ha chiamato me chiedendo la massima collaborazione. Non ce n’era grande bisogno perché dall’inizio abbiamo cercato di collaborare e di fare la nostra parte anche perché ce lo chiedeva lui. Dopodiché tutte le proposte che abbiamo fatto sono state falcidiate, ci hanno tenuto ore inchiodati ai tavoli e non hanno accettato niente di quello che abbiamo proposto. Noi saremo anche degli incapaci ma su quasi 200 proposte una cosa seria ci sarà stata. Solo una è stata accettata, cioè quella di inserire la provincia di Brescia tra le aree più colpite perché il governo si era dimenticato della provincia di Brescia. Tutto il resto falcidiato. Noi abbiamo provato a collaborare, ci hanno bocciato tutto poi hanno messo la fiducia, poi Conte se la prende con noi. Spero che il Presidente della Repubblica abbia fatto presente che c’era qualcosa che non andava. Ma non l’ho chiamato per chiederglielo».

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