Se digitiamo il sostantivo “Vintage” sul motore di ricerca di Google, troviamo scritto “Capo di abbigliamento usato, che testimonia lo stile di un’epoca o di un particolare creatore di moda “

La storia del Vintage inizia nella seconda metà del XX secolo come movimento che ha l’obiettivo di ridare vita a produzioni di abiti passate da almeno 20 anni, valorizzando lo stile, la fattura e i marchi d’epoca, mentre laddove i prodotti siano antecedenti di almeno 100 anni, si parla di oggetti di antiquariato.

Molti si prendono il merito di aver inventato questo trend, ma chi lo ha lanciato veramente?

A corto di soldi, ma mai di inventiva e creatività, è agli hippie che si deve la nascita delle prime manifestazioni del vintage.

Amato in primis dai romantici, da chi ama i capi senza tempo, e spesso anche da chi adora quelli appartenenti a qualche brand di lusso, il Vintage è diventato ormai una vera e propria moda.

Fino a circa vent’anni fa in Italia, ma anche nel resto del mondo c’erano pochi luoghi dove poter trovare ad esempio un Levi’s 501 usato, o un montone anni ’80, Grazie all’esplosione di questa tendenza sono nati numerosi negozi, fiere per non parlare degli e-commerce, che generano un giro d’affari miliardario.

Il Vintage inoltre, ormai da tempo ha creato un’altra tendenza se così la vogliamo chiamare, ovvero quella del capo vintage custom, o meglio reinterpretato. Infatti, questo concetto nasce da un mix d’ispirazione creativa unita alla filosofia della ecosostenibilità, poiché sappiamo quanto sia importante proteggere l’ambiente e ridurre l’impatto negativo dell’industria della moda sull’ecosistema.

E allora perché non comprare un pezzo di storia vivendo un’esperienza unica, attraverso un capo Vintage?

di Cristiano Gassani

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