SINOSSI
Nei giorni che seguirono la resa della Germania nazista nel maggio del 1945, i soldati tedeschi in Danimarca furono deportati e vennero messi a lavorare per quelli che erano stati i loro prigionieri. Incredibilmente attento e delicato, il film racconta il desiderio di vendetta ma anche il ritrovamento del senso di umanità di un popolo dilaniato dalla guerra.

LA STORIA
Pochi film descrivono il periodo successivo al conflitto e all’occupazione della seconda guerra mondiale. Dopo sei anni di guerra e di terrore i confini tra giusto e sbagliato vennero sradicati. Land of Mine, il nuovo film del regista danese Martin Zandvliet, racconta la storia più buia e fin ora nascosta della Danimarca. Nei giorni successivi alla resa della Germania nazista nel maggio del 1945, i prigionieri di guerra tedeschi detenuti in Danimarca furono messi al lavoro dalle Forze Alleate. Con la minima o nessuna esperienza nel settore, furono inviati a disinnescare più di due milioni delle loro mine dalla costa occidentale danese. Durante l’operazione, più della metà di loro rimasero uccisi o gravemente feriti. Zandvliet fa luce su questa tragedia storica, raccontando una storia che coinvolge l’amore, l’odio, la vendetta e la riconciliazione.
Questi giovani prigionieri di guerra tedeschi sono confusi, hanno la paura e la sconfitta nei loro occhi. Sprezzante dei tedeschi, per la loro occupazione di cinque anni del suo paese, e con l’intento di punire ciò che resta del regime nazista, il Sergente Rasmussen (Roland Møller) fa marciare la sua squadra sulle dune ogni giorno per disinnescare per le mine. Questo compito, apparentemente senza fine, diventa rapidamente una carneficina; e anche in Rasmussen cresce un conflitto di sentimenti nei confronti dei suoi giovani detenuti.
Land of Mine parla delle conseguenze della guerra ma ancora di più, di umanità. Zandvliet riesce a far uso di materiale altrettanto convincente per la sua storia di cameratismo, di sopravvivenza e di amicizie inaspettate. Mette in discussione l’esistenza di un male intrinseco che potrebbe esistere in tutti noi. Ma è mai possibile provare simpatia per coloro che hanno rappresentato il terrore nazista?

LA RICERCA DIETRO IL FILM
La Convenzione di Ginevra del 1929 vieta di obbligare i prigionieri di guerra a svolgere lavori forzati o lavori pericolosi. Tuttavia, è evidente come le autorità britanniche e danesi abbiano deliberatamente modificato la formulazione del testo da “prigionieri di guerra” a “persone volontariamente arrese al nemico”, al fine di eludere le regole della convenzione. Molti dei soldati tedeschi, obbligati a disinnescare più di due milioni di mine lungo la costa danese, erano semplici ragazzi – avevano dai 15 ai 18 anni di età.
Fino ad oggi, gli eventi che ruotano attorno alla pulizia delle spiagge della Danimarca sono considerati tabù nella storia moderna danese. Il processo di sminamento, durato cinque mesi, ha causato più vittime di tutto il periodo dell’occupazione tedesca in Danimarca.
L’idea di utilizzare i prigionieri di guerra tedeschi per svolgere il pericoloso compito di sminamento arrivò dalle autorità britanniche, ma fu messa in pratica senza obiezioni da parte dell’amministrazione danese. La Brigata danese fu incaricata di dirigere e gestire l’operazione.

I dati storici:
• Dal 1942 al 1944 la Germania nazista costruì il cosiddetto Vallo Atlantico, in previsione di un’invasione della Gran Bretagna – un ampio sistema di difesa costiera e fortificazioni lungo le coste dell’Europa continentale e la Scandinavia. Le mine antiuomo furono sistemate lungo ampie fasce della costa occidentale della Danimarca.
• Dopo la caduta della Germania nazista, le forze di liberazione britanniche offrirono al governo danese la possibilità di arruolare prigionieri di guerra tedeschi per disinnescare le mine lungo la lunghezza della costa occidentale danese.
• I prigionieri di guerra tedeschi non furono né educati né preparati a questo compito e molti di loro appartenevano al cosiddetto Volkssturm, una milizia nazionale istituita da Hitler verso la fine della guerra per arruolare coloro che non erano già al servizio delle forze tedesche. Molti erano giovanissimi, altri molto anziani. I più giovani avevano 13 anni.
• Obbligare i prigionieri di guerra tedeschi a disinnescare le mine fu una violazione della Convenzione del 1929, relativa al trattamento dei prigionieri di guerra, antecedente alle modifiche della Convenzione di Ginevra del 1949. Definendo i prigionieri di guerra tedeschi come “persone arrese volontariamente al nemico”, le autorità britanniche e danesi bypassarono le norme della Convenzione.
• I lavori sulla costa danese iniziarono sabato 5 maggio 1945 e furono completati giovedì 4 ottobre 1945.
• Secondo lo storico Thomas Tram Pedersen, il numero esatto delle perdite non potrà mai essere conosciuto, a causa del caos di quei primi mesi di pace. Ci sono discrepanze tra i dati danesi e quelli tedeschi.
• Si stima che circa 2.600 uomini furono costretti a quel lavoro.
• La metà di loro rimase uccisa o ferita.
• 1.402.000 mine furono rimosse dal 11 maggio al 4 ottobre 1945, secondo i documenti militari.
• I rapporti tra i prigionieri di guerra tedeschi e la popolazione locale erano pessimi – a causa dei cinque anni di occupazione sotto il regime nazista. Non vennero forniti alloggi adeguati e il cibo era sempre scarso.
• In 64 paesi in tutto il mondo, ci sono circa 110 milioni di mine inesplose ancora depositate sotto terra.
• Dal 1975 le mine hanno ucciso o mutilato più di un milione di persone.
• In media 10 persone muoiono ogni giorno a causa di esplosioni di mine antiuomo.
• Pur con una formazione adeguata, gli esperti di smaltimento mine prevedono che per ogni 5.000 mine disinnescate, un lavoratore venga ucciso e due operai feriti da esplosioni accidentali.
• L’unico modo per disinnescare una mina è la rimozione individuale, con un costo che varia da 300 a 1000 dollari a mina, secondo le Nazioni Unite.

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