Saverio Riccelli

Saverio Riccelli 100% calabrese e orgoglioso di esserlo, colui che ha ottenuto 1,6 milioni di followers su tik tok insieme ai suoi animali, soprattutto a Manuele. Sicuramente avrete già sentito o persino pronunciato la sua famosissima frase: “E comu jamu”, da cui è nato anche un tormentone musicale. Abbiamo deciso di fargli un’intervista e conoscere un pó il suo mondo.

D: Partiamo con la classica domanda su come nasce il tuo personaggio?

R: “In realtà ho iniziato quattro anni fa a fare video su Tik Tok, quando ero in Francia, ero riuscito ad ottenere 10mila followers. Sono ritornato da due anni e mezzo in Italia. La svolta è avvenuta nell’ottobre del 2021, quando ho iniziato a coinvolgere anche i miei animali. Il mio intento era quello di mostrare alle persone il lavoro che svolgevo, ed il mio amore verso gli animali. Non avrei mai immaginato di arrivare alla popolarità, nel momento in cui mi sono reso conto che i miei video piacevano, ho continuato con più voglia”.

D: Nella tua esperienza lavorativa hai fatto solo il pastore?

R: “Ho lavorato anche nell’edilizia”.

D: Possiamo affermare quindi che il tuo personaggio è diventato popolare perché appari ai tuoi followers nella tua semplicità?

R: “Si, sono una persona semplice, spontanea, non seguo nessun copione. Non mi sono mai affidato ad agenzie del settore per accrescere il mio business. Sono riuscito a far apprezzare il mio lavoro che comunque è un pó insolito. Oggi giorno non è facile trovare un giovane che decide di farlo”.

D: Dopo il consenso pubblico hai partecipato a programmi televisivi nazionali, eventi ed hai realizzato anche un tormentone musicale estivo. Nonostante tutto hai continuato a svolgere il tuo lavoro, la popolarità  non ti ha cambiato la vita? 

R: “Le origini non si abbandonano mai, io ho continuato a fare il pastore. La notorietà può farti cambiare, tutto dipende dal tuo modo di essere e di pensare. C’è chi ne approfitta e si trasferisce in un’altra città, trasforma proprio il suo modo di vivere oltre che al lavoro. Io sono rimasto in Calabria, il mio stile di vita è sempre quello”.

D: Come mai hai scelto proprio il nome di Manuele?

R: “È stato il primo nome che mi è venuto in mente quando ho deciso di assegnare un nome alle mie caprette. Inizialmente nei video li salutavo in maniera generica”.

D: In ogni tuo video affronti una tematica di attualità, quindi in ogni caso c’è uno studio dietro….

R: “I miei video sono spontanei, però ovviamente in ognuno di essi affronto temi di attualità. Ascolto i telegiornali, leggo, e dopo penso a cosa proporre ai miei followers e soprattutto sul come. Ad esempio nel periodo di pandemia a Manuele ho fatto indossare la mascherina. Per parlare della guerra ho travestito la capretta da militare, con la mimetica, guidava un finto carrarmato”.

D: Cambieresti qualcosa del tuo passato?

R: “Sinceramente no, sono contento sel mio percorso di vita, inoltre sono una persona che prende la vita come viene. Secondo me bisogna viverla giorno dopo giorno”.

D: Il tuo sogno nel cassetto?

R: “Realizzare una fattoria didattica in Calabria, che mi permetta di portare avanti l’attività della mia azienda agricola, ma nello stesso tempo che abbia una funzione didattica e formativa. Il mio sogno è poter ospitare bambini, giovani, adulti, scolaresche, famiglie, che abbiano voglia di conoscere il mondo della natura, dell’agricoltura e degli animali. La natura ci regala emozioni e sensazioni che ci aiutano ad ottenere un benessere psicofisico e spirituale. È importante far capire ai bambini che bisogna rispettarla, poiché ci regala un’infinità di doni. Loro si divertono molto quando stanno a contatto con gli animali, e non c’è cosa più bella che vedere un bambino sorridere. Sarei ancor più felice di creare un progetto che unisca l’agricoltura ed il sociale. Un laboratorio di inclusione rivolto alle persone con disabilità cognitive e fisiche. Da permettergli di partecipare totalmente ad un’attività sociale ed economica”.

D: Non hai mai nascosto le tue origini, hai sempre dimostrato di essere molto legato alla Calabria, quanto ami la tua terra?

R: “È un amore infinito, nei miei video parlo il dialetto, mostro i posti che frequento, proprio per far conoscere le sue bellezze ed i suoi usi e costumi. La frase “e comu jamu” è stata pronunciata da molte persone in tutta l’Italia, ed era questo il mio intento. Non voglio andar via e anzi voglio investire qui”.

D: Consigli per i giovani che si affacciano al mondo dei social network? Qualche avvertimento sui possibili lati negativi che ne derivano dall’uso spasmodica?

R: “Tutto quello che ci circonda e che utilizziamo ha degli effetti positivi e negativi, anche i social network. Bisogna farne un uso moderato, non trascorrere troppo tempo al telefonino ed al computer. Dipende anche dal motivo che ti induce ad usufruirne. Ormai molte persone lavorano anche attraverso i social, molte aziende pubblicizzano i loro prodotti, esistono gli influencer, i tik toker come me. Si può decidere anche di portare contenuti validi, fare campagne di sensibilizzazione attraverso il web. Consiglio di farne buon uso, di non socializzare solo attraverso i social network ma di uscire, incontrare le persone e guardarle negli occhi. Bisogna stare molto attenti dagli sciacalli che si nascondono dietro falsi profili. Sono contrario all’utilizzo del cellulare in tenera età. I bambini sono esposti a molti rischi: le radiazioni, l’interpretazione sbagliata di alcuni video e challenge e tanto altro. Devono crescere come facevamo noi giocando per strada, divertendosi tra di loro. Usarlo poco e con i genitori che possono vigilare”.

D: Se ti proponessero di partecipare o condurre un programma televisivo, quale sceglieresti?

R: “Un programma in cui posso esprimere me stesso, magari uno in cui posso parlare di agricoltura e animali. Non miro al mondo dello spettacolo per fare successo, ovvio se posso guadagnare qualche soldo per investire nel mio progetto della fattoria didattica sarebbe meglio”.

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A cura di Maria Vittoria Corasaniti

 

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