“Un anno fa ho comprato un disco attratto dalla copertina, un motociclista che impennava nel deserto, e dal titolo: “Nomad”. Non sapevo nulla di quello che conteneva e mi è andata molto bene perché poi l’ho ascoltato mille volte, in cuffia camminando, in sottofondo facendo cose, guidando in macchina. Il sound mi aveva catturato e l’ho consumato”. Jovanotti

Il 2014 è stato senza dubbio l’anno d’oro di Bombino, la stella del desert blues, ha infatti percorso in lungo e in largo Europa e Stati Uniti con il suo Nomad tour, partecipando ai festival più rinomati, uno su tutti il Coachella, e vedendo crescere esponenzialmente la sua popolarità i suoi fan.

Solo in Italia, il Jimi Hendrix del deserto – come molti ormai lo chiamano – ha suonato in più di 30 località diverse, fino ad arrivare a Melpignano, alla Festa della Taranta, dove ha suonato davanti a oltre 150.000 persone. Gli italiani non hanno mancato di manifestargli il loro apprezzamento, se pensiamo che Fabio Fazio lo ha invitato alla sua trasmissione “Che tempo che fa” e Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti lo ha voluto a collaborare in “Si Alza il Vento”, brano incluso nel nuovo album “Lorenzo 2015 cc” uscito pochi giorni fa. Il cantante toscano, che era stato attratto dalla copertina di “Nomad” – l’album di Bombino prodotto da Dan Auerbach (The Black Keys) e incluso nei migliori dischi del 2013 dall’autorevole Rolling Stone Usa – ha dichiarato di essere stato catturato dal suo sound, tanto da consumare il disco ascoltandolo 1000 volte.

Ascolta Si Alza il vento qua: https://www.youtube.com/watch?v=XB0xJbKSrGQ

In questi giorni Bombino si trova in Australia al WOMADelaide, prestigiosa manifestazione ideata da Peter Gabriel, e si appresta a tornare in Italia per 4 imperdibili date: il 26 marzo al teatro Quirinetta di Roma, il 27 al Deposito di Pordenone, il 28 al The Cage di Livorno per terminare a Torino il 29 marzo alla Biennale della Democrazia dove sarà introdotto dallo scrittore Giuseppe Cattozzella, vincitore del Premio Strega Giovani.

Sul palco: Bombino voce, chitarra / Youba Dia basso, voce / Avi Salloway chitarra, calabash, armonica, voce / Corey Wilhelm batteria, djembe.
http://www.bombinomusic.com/
Video ufficiale http://youtu.be/Ss9Znucx4GM

BIO BOMBINO

Astro nascente del desert blues, Bombino, è nato e cresciuto in Niger, ad Agadez, nel nord dell’Africa, nella tribù dei Tuareg Ifoghas, che lotta da secoli contro il colonialismo e l’imposizione dell’Islam più severo. Costretto a fuggire più volte con la sua famiglia, durante una visita i parenti dimenticano una chitarra che il piccolo Bombino tiene per sé, iniziando ad esercitarsi. Sin da giovane diventa allievo del celebre chitarrista Tuareg Haia Bebe e poco dopo entra a far parte della sua band, acquisendo il soprannome di Bombino, una storpiatura dell’italiano “bambino”. Inizia ad appassionarsi a Jimi Hendrix e Mark Knofler, di cui studia le tecniche durante i pascoli tra Algeria e Libia. Tornato in Niger Bombino intraprende la carriera di musicista a tempo pieno ed il suo talento non passa inosservato. Nel 2009 un incontro casuale con il regista Ron Wyman cambia irrimediabilmente il suo destino. Ma è solo un anno dopo che Wyman riesce a rintracciare Bombino, nel frattempo costretto a fuggire in Burkina Faso in seguito all’assassinio di due membri della sua band, uccisi in una rivolta. Wyman dedica gran parte del suo documentario sulle tribù Tuareg a Bombino e diventa produttore di Agadez, l’esordio solista su disco (il primo album risale al 2009, Group Bombino – Guitars from Agadez, vol. 2).
> Nel frattempo la fama del giovane talento cresce fino ad essere conosciuto in tutto il mondo e suonare nei più importanti festival musicali, con collaborazioni di tutto rispetto, tra cui quella con Keith Richards. Dan Auerbach (The Black Keys) incontra Bombino e ne rimane folgorato, decidendo così di produrre Nomad, il terzo disco uscito in tutto il mondo ad aprile 2013 su etichetta Nonesuch/Warner. Registrato nello studio di Auerbach a Nashville, Nomad è l’incontro del desert-rock con il blues, suonato dalle abili mani di Bombino ed arricchito dalla sua voce intensa e vigorosa.

> Le sonorità di Bombino ricordano quelle dei Tinariwen, vicini suonatori del deserto, ma le sue melodie elettrizzanti, che racchiudono lo spirito della resistenza e della ribellione, trasudano un groove irresistibile. Una versione del blues densa e magmatica, a cui si aggiunge la particolarità di svincolarsi dalla classica metrica basata sul “call and response” tra cantante solista e coro (solitamente femminile) rimpiazzando quest’ultimo con le disgressioni melodiche della chitarra. Compositore e chitarrista desert-rock, Bombino si rifà alle sonorità tipiche degli anni 60-70, da Jimi Hendrix a Jimmy Page, inserendole in un contesto rock-blues di matrice americana arricchito da vocalismi in Tamasheq, la lingua Tuareg.

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