Hank Zeronove nasce a Bari. Comincia fin da piccolo a disegnare, stimolato dai fogli d’album e matite che gli comprava suo padre, ottenendo fin da subito buoni risultati e migliorando col tempo, tra lo stupore di maestri e professori.

Quello che da piccolo era un semplice gioco si trasformerà nel giro di pochi anni in un vero e proprio stile di vita. Ha frequentato il liceo artistico di Bari “Giuseppe De Nittis”, dove approfondì lo studio di composizioni, nature morte, figure umane e ritratti, limitandosi ad usare: matite, pastelli, acquerelli. Le basi di tutto ciò gli verranno dati dai professori Franco Granito, dal quale apprenderà tecniche di pittura e di progettazione e Manlio Capaldi, il quale gli insegnerà tecniche di colorazione del disegno. Crederà in lui e nella sua pittura, la prof di discipline pittoriche Mariamichela Sassi. Si diplomerà in “Pittura e Decorazione”. Lo studio e la ricerca continua, animano il suo talento, tanto da spingerlo a forme di espressioni diverse e nuove, per trovare un vero e proprio stile personale per poter esprimere al meglio la sua filosofia, cosa che non si limita solo alla pittura o al disegno, ma con il passare del tempo arriva anche a creare piccole installazioni.
Il suo approccio alla pittura avviene verso i vent’anni. Ma il dipingere paesaggi durerà pochi anni, la sua insofferenza lo porterà ad una nuova ricerca sia interiore che esteriore del mondo circostante; ritorna lo studio dell’anatomia, delle filosofie occidentali e orientali, e della storia dell’arte dal decadentismo culturale ad oggi. Questa ricerca creerà “ibridi umani”, sostituendo le teste umane con teste di animali secondo un preciso schema, a cui sarà dato il nome di “Human Beasts”, sottolineando e denunciando il lato più oscuro dell’uomo.

“Io sono tutto e niente, alchimia imperfetta della mia mente perfetta e del mio spirito dannato!”

 

Da quando hai iniziato a coltivare la tua passione per il disegno?

Non so dirti quando ho iniziato. Da quando ho memoria, ricordo che ho sempre disegnato. Ovunque e dovunque. Semplici scarabocchi, che col tempo si son trasformati in disegni sempre più precisi. E diversi tra loro.

Come definisci il tuo stile?

Ho spaziato in vari stili e tecniche. Ma resto sempre nel figurativo. Disegno ciò che non esiste e fotografo ciò che vedo.

Hai realizzato delle mostre in questi anni?

Ho partecipato a 10 mostre collettive dal 2014 ad oggi. Negli ultimi 2 anni sono fermo. Perché mi sono concentrato sulla produzione di ulteriori dipinti. E da alcuni mesi sono in trattativa con alcune gallerie.

Quale è il concetto che vuoi far passare attraverso i tuoi disegni?

La ricerca volge a far riflettere l’osservatore sull’essere umano.
Disegno e dipingo bestie ovvero, uomini e donne con teste di animali, per esternare l’oscurità primordiale. Quell’oscurità che trasforma l’uomo in bestia, nel senso più dispregiativo del termine. Ne animale ne umani, ma bestie mostruose. Nonostante i secoli a cui è stato sottoposto l’uomo, per evolversi in meglio, ancor oggi non riesce ad eliminare questa natura feroce.

Albert Einstein diceva: “Luomo ha creato la bomba atomica. Ma nessun topo costruirebbe una trappola per topi.”

Il problema è questo: gli animali hanno imparato a convivere con la Natura e con i loro simili. L’uomo NO.

Quali azioni stai svolgendo per sviluppare ulteriormente e sostenere la tua arte?

Ricerche e studio continuo. Cerco di produrre continuamente. Per raggiungere così i giusti traguardi e perfezionarmi sempre più. Cerco continuamente di creare una rete di condivisione per mostrare al mondo quello che faccio e perché lo faccio.

Quali sono gli artisti che ti hanno influenzato?

Salvador Dalì, Anish Kapoor, Saturno Buttò, Duchamp, Manzoni, Tintoretto, Bacon, Caravaggio, Rembrandt, Abramovich, Picasso, Warhol, Turner, Courbet, De Chirico, Ingres, Gleyre, Bouguereau, Fussli.

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