Un omaggio ad uno dei più grandi e controversi registi italiani di tutti i tempi: Pier Paolo Pasolini.

 

Pasolini, vissuto tra il 1922 e il 1975, è stato un maestro dell’arte cinematografica, un intellettuale e provocatore, nonché acuto osservatore della società italiana. Il cinema di Pasolini è strettamente legato alla sua critica sociale. Il regista infatti, esplora le disuguaglianze di classe, le ingiustizie sociali e le tensioni politiche del paese, offrendo una riflessione profonda sulla condizione umana e sulla natura della società. Egli considerava la borghesia come un’élite consumista e materialista, concentrata esclusivamente sul proprio benessere e arricchimento personale. Riteneva che la borghesia sfruttasse le classi lavoratrici per il proprio vantaggio, mantenendo un sistema di privilegi e disuguaglianze.

D’altro canto invece, era grande ammiratore del sottoproletariato, quindi della società povera, in quanto vedeva questa come pura, autentica e priva di superficialità, quasi un qualcosa di divino per intenderci. Nei suoi film, abbiamo spesso un modello di società borghese che viene contrapposto a quello del proletariato. Prendiamo come esempio Teorema (film del 1968): una perfetta famiglia borghese composta da Mamma, papà, e due figli accoglie in casa propria un misterioso ospite, un giovane ragazzo di bell’aspetto e grande carisma.

 

Questo ingresso scombussola totalmente gli ideali e le credenze dei borghesi, tanto che ognuno dei membri della famiglia (e dico ognuno) ha rapporti sessuali con questo ragazzo. Tutti quindi abbandonano le loro credenze tranne la serva di questa famiglia, che alla fine del film si erge in volo, volendo appunto simboleggiare la divinità e la purezza attribuita da Pasolini alla società povera.

Martin Stoilkov

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