Francesco Zenga

Conosciamo insieme l’attore Francesco Zenga vera rivelazione del mondo cinematografico. Appena reduce del successo della fiction “La Storia”, ha interpretato Nino uno dei personaggi principali. Ecco a voi l’intervista che ci ha concesso a noi di “Starpeoplenews”.

Sei un attore molto giovane, ho letto che il tuo amore per il mondo della recitazione è nato tra i banchi di scuola.  C’è qualcosa in particolare che ti ha spinto a diventare attore?

R: “Inizialmente ero uno spettatore, mi piaceva proprio tanto guardare i film, farmi coinvolgere emotivamente e fare mio l’insegnamento di vita di cui potevo trarne. Pian piano è nata la voglia di replicare quel che vedevo, quindi si è aggiunto un ulteriore obiettivo, quello di  trasmettere qualcosa allo spettatore. Quindi l’obiettivo era ed è ancora questo, spingere il pubblico a riflettere, a trarne aspetti positivi e cercare di interiorizzare tutto nella sua vita”.

C’è qualche tema che ti sta a cuore o qualche personaggio che vorresti interpretare?

R: “Nella fiction “La Storia” Nino che parla in dialetto romanesco, omaggiando la città in cui vivo. Essendo campano mi piacerebbe molto interpretare un personaggio napoletano, e poter mettere in risalto il mio dialetto e la mia terra, una storia ambientata nel nostro territorio sarebbe molto bello. Gradirei poter dar voce a coloro che vivono nella “terra dei fuochi”, far emergere le loro difficoltà”.

Com’è stato interpretare il ruolo di Nino nella fiction “La Storia”?

R: Potrei paragonare la mia esperienza alle montagne russe, perché Nino attraversa tante fasi della vita, una più diversa dall’altra. La sfida più difficile era cercare di far percepire allo spettatore l’evoluzione di Nino, trasmettere ogni stato d’animo differente. Inizialmente era un Nino ingenuo, inconsapevole di tutto quello che riguardava la guerra, di tutte le atrocità, le difficoltà che vi erano in quel periodo. È ben diverso dal Nino che nel corso degli anni è cresciuto, è quasi adulto, ha raggiunto una certa maturità, è più consapevole delle scelte che va a fare. L’arco evolutivo è stata la cosa un pò più difficile da interpretare, per il resto è stato un bel viaggio, a partire dal cast che avevo attorno, al regista e tutta la troupe insomma. Sono stati tutti quanti d’aiuto perché sapevano che si trattava della mia prima esperienza, quindi hanno capito la mia situazione e mi hanno coccolato un pò tutti. In sette mesi di set ho imparato tanto, come dico sempre è la miglior scuola”.

La seconda guerra mondiale rappresenta uno dei conflitti più distruttivi, com’è stato dover affrontare un tema così duro e complesso?

R: “Per poter interpretare in maniera pou autentica il personaggio, ho riflettuto sul periodo che purtroppo stiamo affrontando, sulla guerra in Medio Oriente, la guerra in Ucraina, altro non sono che delle vere e proprie prove dell’atrocitá che ci sono state in quel tempo. Pensare all’attualità è stata un’emozione abbastanza forte ed anche un aiuto in più. Ho provato ad immaginare per poi interpretare la crudeltà e le difficoltà della guerra, e poi come ho già detto prima, nella prima fase Nino non sa quel che effettivamente stia succedendo, quindi non è ben consapevole dell’atrocitá della guerra. La sua sensibilità tra virgolette, viene un pò più marcata nella seconda fase. Vestire la camicia nera, quella uniforme lì non è sicuramente facile da indossare, e sicuramente neanche bello, se pur vero che faceva parte di coloro che avevano vinto, ma quella battaglia era stata vinta in maniera non leale”.

Il tuo debutto nella fiction “La Storia” è stato un grande successo, com’è gestire tutto ciò alla tua età? 

R: “È stato un successo graduale, quindi ho avuto modo di viverlo in maniera serena e non stressante. È bello, ti da molte soddisfazioni ma voglio rimanere con i piedi per terra, il mio pensiero è quello di continuare a studiare recitazione al “Centro Sperimentale di Cinematografia” di Roma. Il mio obiettivo come anche quello di tutto il cast era raccontare quello che è successo durante la guerra per non dimenticare, e farla diventare una fiction da guardare anche nel futuro”.

Ti piacerebbe vestire i panni di un personaggio buono o cattivo?

R: “Forse interpretareun personaggio cattivo sarebbe più interessante, magari qualcuno potrebbe risponderti quello buono perché solitamente le storie hanno quasi sempre un lieto fine. Il cattivo solitamente è legato ad una trama più alternativa, più originale, quindi sarebbe più stimolante interpretarlo”.

Francesco invece com’è nella vita reale? 

R: “In molte cose sono simile a Nino, in altre sono praticamente l’opposto. Complessivamente io sono un pò più pacato, non sono ribelle come lui, non sono così impulsivo. Condivido il suo modo di vivere la vita, ossia di godersela a pieno giorno dopo giorno”.

Hai dei progetti futuri?

R: “No, per ora sono concentrato solo sullo studio al “Centro Sperimentale di Cinematografia” di Roma, ovviamente se dovessero arrivare delle proposte interessanti le valuterò”.

Un sogno nel cassetto?

R: “Quello di rimanere sulla cresta dell’onda, la cosa più difficileper un attore è quello di far parlaredi sé, di essere scelto per numerosi film. Ci sono attori come Toni Servillo, Pierfrancesco Favino che hanno recitato in molti film e continuano a farlo, questo perché hanno dedicato la loro vita alla recitazione, hanno fatto tanti sacrifici e sono molto bravi. Il mio sogno è quello di ottenere una carriera simile alla loro, di non rimanere fermo per lunghi periodi ma di incalzare il ritmo”.

Hai avuto altre esperienze artistiche,  televisive o nel campo della moda?

R: “No, dedicandomi alla visione dei film ho capito che la mia passione era recitare, quindi mi sono concentrato solo su questo”.

Ti piacerebbe partecipare a qualche programma televisivo o reality?

R: “Per ora no, voglio solo concentrarmi sullo studio e perfezionarmi come attore”.

I tuoi hobby?

R: “Sono un appassionato di musica, ne ascolto veramente tanta, ed inoltre lo sport. Sono un gran tifoso del Napoli, dedico una parte della giornata alla mia squadra. Sto imparando a suonare la chitarra, la musica la uso come compagnia soprattutto quando torno la sera a casa e sono solo, metto pezzi jazz e mi rilasso. Quando vado a fare una passeggiata oppure prendo la metro per andare al “Centro Sperimentale di Cinematografia”, ho sempre gli auricolari mi piacciono tutti i generi dalla classica al pop, rap”.

È stato difficile trovare il giusto equilibrio emotivo?

R: “Mi sono abituato pian pian a gestire l’emozioni, il primo mese di riprese è stato un pò duro perché mi sono ritrovato in un contesto completamente nuovo. Dal secondo mese in poi, ho iniziato ad adattarmi, sono stati sette mesi di riprese, quindi un periodo bello lungo. In un modo o nell’altro dovevo abituarmi, la capacità di concentrazione cresceva sempre di più, è stato un divenire. La recitazione è riuscire ad immaginare la situazione e provare a ricrearla, focalizzandosi appunto su quella determinata immagine. All’inizio l’ansia prendeva il sopravvento, però dopo un pò grazie anche all’aiuto di tutto il cast che mi rassicuravano, ho acquisito sempre più fiducia in me stesso ed ho superato tutti gli ostacoli”.

C’è un attore a cui ti ispiri, o di cui vorresti ripercorre la carriera?

R: “Ogni attore ha delle sue caratteristiche, cresce in un contesto sociale differente, quindi non possiamo avere percorsi e carriere simili. Io vorrei creare la mia in maniera unica, ovvio che mi piacerebbe arrivare ad avere una professionalità e una fama analoga a quella di Pierfrancesco Favino, Toni Servillo o Elio Germano  che è stato mio compagno di set, sarebbe già un grandissimo risultato”.

Una domanda sulla sfera sentimentale: il tuo cuore è impegnato?

R: “No, il mio cuore è libero, sono single”.

C’è qualcosa del set che ti è rimasto impresso?

R: “In realtà tutto, ricordo ogni secondo trascorso sul set, proprio perché era tutto cosi magico e sapevo che era irripetibile,  ho vissuto a pieno ogni momento. “La Storia” rimarrà sempre nel mio cuore, aldilà della trama, è stata la mia prima esperienza ed è quella che mi ha segnato, è stata la più importante, quella che mi ha cambiato la vita”.

A cura di Maria Vittoria Corasaniti 

 

 

 

 

 

 

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