Ilaria dalla Luche jonesIlaria come e quando nasce la tua attitudine?
Io scrivo da quando ero piccola, il mio primo libro, un giallo, l’ho scritto a 7 anni, ho sempre coltivato questa passione, però l’idea di trasformarla in professione mi spaventava, lo ritenevo un lavoro difficile. Nel frattempo ho fatto altro, mi sono laureata in legge, ho lavorato per alcuni anni in uno studio immobiliare, in una cardiochirurgia. Poi ad un certo punto della mia vita, ho deciso di provare, la voglia di trasmettere le mie sensazioni, il mio vissuto, mi ha portatata a lasciare tutto quello che avevo costruito, a vivere una rinascita, indossando i panni della scrittrice professionista. Più che lavorano, la definirei una grande passione, amo ciò che faccio, anche se si tratta di una strada faticosa e dura, però è un qualcosa che nasce proprio da dentro, ed è ciò che io desidero fare.
Cosa provi quando componi un libro?
Il cammino quando componi un romanzo, una storia, è lungo, si trovano un po’ tante sensazioni, è faticoso e delle volte penso che non riuscirò mai, ci sono dei momenti in cui vado veramente in tilt. Magari lavori tante ore e non riesci ad avere il risultato che vorresti, così ti scoraggi. In altre circostanze sei soddisfatta di quello che scrivi, ma il tuo umore può cambiare in qualsiasi attimo, in quanto tutto è correlato al prodotto della tua opera. L’elaborazione di un libro, può essere paragonato ad una gravidanza, quando stendi l’ultimo capitolo, è come se stessi partorendo. La tua opera diventa la tua creatura, vivi una grande soddisfazione, insomma c’è un pò di te dentro.
Quanto sono autobiografiche le storie dei tuoi personaggi?
Dico sempre che i miei personaggi, in qualche modo rispecchiano il mio vissuto, ovviamente entra in gioco anche la fantasia. Spesso rileggendo quanto scritto, mi rendo conto che alcune riflessioni, affidate ai miei personaggi, ripropongono il mio modo di pensare.
Rispetto al primo libro “Il Caffè delle Ragazze” qual è la differenza sostanziale?
Nonostante il titolo del secondo libro sia “Il Caffè delle Ragazze. Svincoli d’Amore”, non si tratta di un sequel, diciamo che è un nuovo capitolo. I personaggi sono gli stessi però vivono nuove avventure, nuove sfide della vita, nuove situazioni, quindi lo puoi comprendere, senza aver letto il primo. Visto che sono stati scritti a distanza di qualche anno, secondo me il secondo è un libro ho più maturo, più profondo, nel primo vi erano anche dei momenti di profondità, ma era più di intrattenimento. Una differenza sostanziale, è insita anche nel tipo di scrittura.
Questo gruppo di amiche le “ciuffe”, potrebbe essere comunque 5 amiche che fanno parte della tua vita?
È così, sono un gruppo di donne del nostro tempo, che si trovano ad affrontare la vita in tutti gli aspetti , quindi i rapporti con la famiglia, quelli sociali, tra amiche, rapporti sentimentali e lavorativi. È un po’ la fotografia del nostro presente, di come oggi le donne vivono la realtà che le si presenta. Io credo molto nell’amicizia, ho molte amiche ,ed ha costruito nel tempo dei bellissimi rapporti, spesso sono complicati, però comunque belli e profondi, sicuramente la mia esperienza con le amiche è dentro il libro. Le caratteristiche che io riscontro nelle varie donne che conosco, che mi rimangono impresse, poi le trasferisco nel libro. È un libro molto reale, a volte lo hanno paragonato a “Sex and the City” ,e questo accostamento a me non piace molto, per carità avesse lo stesso successo sarei felicissima, ma è una realtà completamente italiana. Le mie protagoniste femminili, non sono delle vamp, non sono neanche delle vip, non vestono all’ultima moda, ma sono delle donne semplici che vivono la loro quotidianità nella normalità, alle prese anche con la gestione dei loro problemi. L’unico aspetto che l’accomuna a “Sex and the City”, è che si tratta di un gruppo di amiche. Nel mio libro, si possono riconoscere, molte donne dai 28 ai 30 anni in su.
Molti sono i riferimenti al rapporto con la famiglia d’origine, quella di oggi rispetto alle “ciuffe” in che cosa cambia e che ruolo ha?
Si, marco molto l’accento sui rapporti familiari d’origine, che per me sono importantissimi, anche se a volte sono complicati, rispecchiano comunque le nostre radici, noi oggi siamo il risultato delle nostre influenze familiari. La famiglia dovrebbe sempre avere un ruolo importante, in qualsiasi momento storico, è il nucleo che ti segue negli anni, che si prende cura di te, ti dà una formazione. Penso sempre che la mia personalità, incluse le mie insicurezze, le mie fragilità, ma soprattutto le mie sicurezze, la mia forza, si è formata grazie ad alcuni insegnamenti, che mi ha trasmesso mio padre, mia madre, i miei nonni . Alcune volte può capitare che sbagliano, ma occorre non dimenticare che anche loro, sono persone umane e possono avere delle fragilità, però quello che conta è l’affetto.
Il personaggio a cui ti sei affezionata di più?
Io sono molto affezionata a Viola, che nel primo libro è la protagonista, mentre nel secondo tutte le amiche sono coprotagonista. Sono molto legata a Viola perché rivedo in lei un pò di me, in alcune sue paure, fragilità, in alcune sue scelte spesso azzardate.
Ci sono molte donne che come Carlotta, amano gli intrighi amorosi, si dedicano a relazioni un po’ più particolari, con uomini che sono già sposati, a volte siamo noi donne che amiamo complicarci la vita, secondo te come mai?
Noi donne siamo bravissime a complicarci la vita, è la nostra natura, secondo il mio punto di vista, ovviamente non parlo per tutte le donne dell’universo, ma in base a quelle che vivono accanto a me, accade che guardiamo nella direzione sbagliata è un mistero oscuro. Ci piacciono sempre situazioni più complicate, forse perché ci danno emozioni ,sensazioni , tutto ciò che ci fa battere forte il cuore è meraviglioso. Chiaramente questo ci porta a vivere situazioni che non sono adatte a noi, tra l’altro sappiamo già che non sono adatte per noi, però ci buttiamo comunque a capofitto , questo accade anche gli uomini. Io non amo i rapporti affollati, devo dire che sono stata fortunata, nella mia vita non mi sono mai rapportata con uomini già impegnati, ma non potrei dire a priori che domani non potrebbe capitare. Se incontro una persona, voglio che sia libera e che mi possa concedere tutto il tempo che io desidero, chiaramente un uomo sposato, non ha molto tempo da dedicarmi perché ha impegni familiari eccetera. È anche vero però , che ci sono alcune donne , che sono più portate a fare le amanti, e ciò è insita nella loro natura, e sono disposte a rinunciare a tutto pur di avere quella persona, anche solo una volta a settimana. Ci si illude di essere il loro primo pensiero, di essere importanti, in realtà non è così, si è sempre la seconda scelta, il secondo pensiero, la sua mente è impegnata alla sua famiglia, ai suoi figli, a come rendere felice anche la sua compagna o moglie. Carlotta alla fine interrompe la sua relazione, si rende conto che non è giusta per lei, per quello che lei vorrebbe nella vita ,perché si sa con un uomo impegnato non puoi crearti una seconda famiglia che magari desideri costruire.
Nel tuo libro si affronta anche un altro tema quello dell’omosessualità, Elena come la vive?
Io sono eterosessuale quindi non essendo omosessuale ho dovuto lavorare un po’ di fantasia, e un po’ mi sono fatta aiutare da alcune amiche. Elena la vive bene, anche se all’inizio non è stato facile, soprattutto nel periodo dell’adolescenza, in cui ti fai tante domande e capisci che magari le tue esperienze di vita, non sono simili alle altre ragazze. Alcuni miei amici e amiche, mi hanno raccontato che quasi nessuno di loro ha vissuto serenamente il momento della realizzazione del loro orientamento ,anche perché poi ci sono le famiglie che non so così è aperta mentalmente, magari quindi ti devi nascondere. Nel momento in cui però sono cresciuti, hanno fatto outing e si sono resi conto che la loro vita va accetta e vissuta pienamente. Elena la vive bene anche perché il mondo intorno a sé, accetta pienamente il suo orientamento sessuale, come poi dovrebbe essere. Secondo me gli orientamenti sessuali, sono talmente privati, che non dovrebbero mai incidere sul giudizio che gli altri hanno su una persona. Voglio dire quello che uno fa in camera da letto, è una cosa personale e non si può creare un opinione sul suo carattere, in base ad esso. È di razzismo assurdo quello del colore della pelle odla della religione. Elena vive le sue avventure , soffre come le sue amiche eterosessuali, in amore non importa il l’orientamento sessuale, perché comunque spesso si vivono rapporti complicati, tutto dipende dai diversi incontri di personalità, carattere che creano delle difficoltà.
Si parla anche di amori nati in chat…
È ormai una componente del nostro tempo, prima avevi modo di fare conoscenze solo a scuola, all’università, al lavoro, al bar. Oggi invece a questi punti di incontro, c’ è questo mondo virtuale, che praticamente consente di conoscere persone. Io sono favorevole nel senso che è vero, sui Social Network, in chat, può capitare di interagire con persone vuote, purtroppo queste le puoi trovare ovunque anche nella vita normale. I social sono il riflesso della nostra società, quindi chiaramente pui entrare in contatto con persone simpatiche e carine, ma anche antipatiche, o addirittura pericolose,bisogna sempre stare attenti anche nella vita di tutti i giorni.

Mavi

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