DDL ZAN: COSA TRATTA, TRA APPROVAZIONE E RINVII.
CONTRARI E FAVOREVOLI. PERCHÉ È IMPORTANTE?

Di Ddl Zan se ne sta parlando molto, sia bene che male: ci son state tante diverse manifestazioni in piazza in favore del disegno di legge, Roma e Milano le più grandi ma da Aosta a Catania migliaia di persone si sono riunite in favore della proposta.

Molte anche le proteste contro, che hanno portato a momenti di tensione. La discussione sul ddl Zan polarizza l’opinione pubblica, in un dibattito esasperato che porta sempre allo scontro tra chi è a favore e chi è contro.

MA NELLO SPECIFICO COS’È QUESTO DISEGNO DI LEGGE, CHE CREA COSÌ TANTO CAOS TRA FAVOREVOLI E OPPOSITORI?

Il 4 novembre 2020 la Camera dei Deputati approva, con 265 voti favorevoli, 193 contrari e 1 astenuto, un Disegno di legge, il numero 2005, che ha come relatore il deputato del Pd Alessandro Zan. Il titolo del Ddl reca “Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità“. Un testo breve, 10 articoli in tutto, che punta innanzitutto a modificare l’articolo 604-bis del Codice Penale, sul reato di “Propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa“. L’articolo del codice penale prevede “la reclusione fino ad un anno e sei mesi o con la multa fino a 6.000 euro chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”.

Aggiungerebbe all’articolo le seguenti parole: “oppure fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere o sulla disabilità.”

Verrebbe modificato anche l’articolo 604-ter sulle circostanze aggravanti
“Per i reati punibili con pena diversa da quella dell’ergastolo, ovvero al fine di agevolare l’attività di organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi che hanno tra i loro scopi le medesime finalità.”
Le modifiche alla cosiddetta “Legge Mancino” (L. 25 giugno 1993, n. 205), dal nome dell’allora proponente, è il principale strumento legislativo offerto dal sistema legislativo italiano contro i crimini d’odio e dell’incitamento all’odio.
Il Ddl Zan andrebbe a estendere l’applicazione della legge anche ai crimini d’odio e di incitamento all’odio per i motivi citati in precedenza. In caso di sospensione condizionale della pena, per gli stessi crimini sarebbero previsti anche i “lavori socialmente utili”.

LIBERTÀ DI ESPRESSIONE NEGATA?

L’articolo 4 del Ddl Zan recita:
“Ai fini della presente legge, sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte, purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti.”
Quindi non viene ostacolata la libertà di espressione, ma la punibilità scatterà solo in caso di “concreto pericolo” di azioni discriminatorie e/o violente.

L’articolo 7 mira a celebrare, il 17 maggio, la Giornata Internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia, istituendo una Giornata Nazionale che preveda la promozione della cultura del rispetto e dell’inclusione, nonché la lotta ai pregiudizi, le discriminazioni e le violenze. Sono previste a tale scopo delle iniziative di sensibilizzazione, nelle istituzioni e nelle scuole. (Teoria Gender)

Gli articoli successivi puntano a creare una strategia di lotta alle discriminazioni e alla creazione di centri contro le discriminazioni motivate dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere.

CHI SONO I POLITICI A FAVORE E QUELLI CONTRARI?

Le forze che sostengono il Governo Draghi sono variegate e chi si oppone all’approvazione del disegno di legge genera tensioni all’interno della maggioranza di governo che ne possono compromettere la stabilità.

LEGA e FRATELLI D’ITALIA sono i primi partiti che ostacolano l’iter del Ddl, battendosi per la libertà di espressione o talvolta sottolineando come la discussione non rappresenti la priorità in un momento difficile come quello che si sta vivendo.
Su quest’ultimo punto si aggiunge anche ITALIA VIVA.
Non solo, per il (centro) destra, in Italia non esisterebbe l’omotransfobia, sminuisce anche le aggressioni parlando di “casi sporadici” e fatti passare per omotransfobia. Con i suoi slogan da stadio e urla, continua ad ostacolare una legge che non impone nulla se non una tutela (come abbiamo visto) per tutti coloro che sono vittime (reali) di odio sulla base sessuale e di identità di genere.
La battaglia contro il ddl, la fa anche a colpi di fake news e disinformazione sulla stessa legge.

Pillon, senatore della Lega, appoggiato dal “Popolo della Famiglia”, ha un altro slogan contro il DDL, ovvero la difesa della “famiglia tradizionale”, secondo il quale la neo legge metterebbe a rischio i “Valori Cristiani della famiglia tradizionale”.

Dall’altro lato vi sono il Movimento 5 stelle e soprattutto il Pd. Per questi partiti non si può perdere altro tempo. Essi puntano anche alla difesa della libertà sessuale e di genere. Quindi la legge Zan va immediatamente approvata.

Si è espresso di recente anche il presidente della Cei, il Cardinale Bassetti, affermando che “la legge potrebbe essere fatta meglio perché dovrebbe essere chiara in tutti i suoi aspetti senza sottintesi.”

Il Disegno di legge è rimasto bloccato in Commissione Giustizia al Senato, dopo l’approvazione alla Camera del novembre scorso, fino alla calendarizzazione avvenuta a fine aprile.
Il relatore al Senato sarà il presidente della Commissione Giustizia, il leghista Andrea Ostellari, il quale promette centinaia di emendamenti e anche testi alternativi. Ostellari ha infatti fissato 170 audizioni, tra cui quelle del presidente della Regione Calabria Nino Spirlì e di Platinette, varie associazioni religiose e sedicenti tali. Scatenando l’ira del Pd, tra cui il promotore e primo firmatario del disegno di legge, il deputato Alessandro Zan, il quale su Twitter parla di “chiaro tentativo di impedire la discussione” e di “evidente forzatura democratica”. Non solo c’è chi nel Movimento 5 Stelle esclama “l’Italia è un Paese LAICO, non occorre inserire troppe figure cattoliche.”

L’iter di discussione si prospetta lungo e tortuoso, non basteranno probabilmente i prossimi mesi per fare chiarezza sulla questione.

Ma di preciso cosa temono i partiti di destra? O forse è proprio vero che l’Italia è un Paese pieno di odio, di discriminazione e loro vogliono solo sdoganarlo e giustificarlo una volta per tutte?

Come se già questa faida non fosse troppo, ci si mette anche il Vaticano che ha gridato al “NO DDL ZAN perché viola il Concordato del 1987”.
Ma veramente lo viola? No, l’Italia è uno Stato Sovrano, ma soprattutto LAICO. Quindi tecnicamente il Vaticano non dovrebbe imporsi sul Governo italiano.
La diatriba è esplosa con Fedez che incalza contro il Vaticano, dicendo che appunto non dovrebbe intromettersi nelle leggi italiane ma dovrebbe pensare soprattutto a risolvere questioni spinose come la condotta deviata e pedofila di vescovi e sacerdoti e con suor Anna Monia Alfieri che attacca Fedez in una lettera aperta, in cui dice tutto e nulla, tra falsità e insulti velati (che poco c’entrano con la legge).
Continua giorni dopo anche don Carlo Rocchetta responsabile di un centro familiare e docente di teologia, che chiede “massima divulgazione” della sua lettera, tramite tutti i social, in cui espone le sue tesi sul ddl Zan, in cui parla (anche lui) di una censura della libertà di espressione che si nasconde in questo disegno di legge.

 

Insomma la Curia è contraria, ma Papa Francesco?

Il Santo Padre non si è sbilanciato, resta Sul vago, sembra che non voglia scontentare né i conservatori né i progressisti, ma così facendo sta solo alimentando una faida che prende sempre più malcontenti da entrambi i lati.
Mesi fa, in una udienza il Santo Padre disse di essere vicino alla comunità LGBTQA+, però ora lasciando che la Curia esponga malcontento e minacce non troppo velate con la citazione alla rottura del Concordato, dimostra un “passo indietro”.
Papa Francesco deve assolutamente prendere una posizione dura e concreta, qualunque essa sia, ma la deve prendere, perché le indecisioni portano solo caos!
La Santa Sede prima di parlare di libertà di espressione violate (cosa non vera), dovrebbe pensare a punire i vescovi e i sacerdoti pedofili, quelli che usano i soldi delle donazioni per festini a base di droghe e sesso e al caos scoppiato in Canada con il ritrovamento delle tombe dei bambini nativi sepolti sotto la scuola cattolica.

La mia domanda ora è una sola:
Se Dio tramite suo figlio Gesù Cristo, ci parla di esser uniti e amarci come fratelli e sorelle, perché il Vaticano continua a dividere e a creare odio?

Hank

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